C’era una volta il West, quello arido e polveroso. Prima che arrivassero Sergio Leone, nel 1968, con la sua macchina da presa, la musica di Ennio Morricone, la sceneggiatura di Bernardo Bertolucci. È con loro che il West è diventato un posto affascinante: abitato da banditi sì, ma sempre con lo sguardo di Henry Fonda o Charles Bronson di cui innamorarsi perdutamente.
È la magia del cinema, una macchina dei sogni dove tutto è possibile, anche girare un film in un West che West non è. Lo ha fatto il Maestro Sergio Leone ambientando i suoi western all’italiana in un luogo immaginario d’America ma di fatto girando in un piccolissimo comune della Spagna, per l’esattezza in Andalusia, oggi meta turistica per appassionati e curiosi.
Un film capolavoro anche per le sue location eccezionali. Sempre più spesso, infatti, sono loro le vere protagoniste di film e fiction tanto da diventare eccellente viatico di promozione, nuove strade di valorizzazione e opportunità concrete di lavoro e per il turismo.
A ben guardare, la storia del cinema ci insegna che la ricetta per lo sviluppo del territorio passa, anche, attraverso la macchina da presa. Attrarre produzioni cinematografiche in un luogo geografico ben definito può diventare una straordinaria occasione di arricchimento, anche economico oltre che di immagine.
Lo sa bene la città di Matera in un Sud perennemente alle prese con emigrazione e mancanza di lavoro che, dal 1953, anno in cui Alberto Lattuada girò La Lupa, ha ospitato oltre 80 produzioni senza contare documentari, videoclip e spot pubblicitari, invertendo la rotta del suo destino.
Il modello Matera: un’occasione di riscatto
Il riscatto di Matera da vergogna nazionale, come l’ha definita Palmiro Togliatti nel 1948, è passato anche attraverso il cinema che ha sempre rappresentato per la città un linguaggio privilegiato. Un percorso che ha contribuito alla definizione di Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019.
I celebri Sassi hanno fatto da scenario naturale a capolavori passati alla storia come Il Vangelo Secondo Matteo di Pierpaolo Pasolini (1964), The Passion di Mel Gibson (2004), Nativity di Catherine Hardwicke (2006), Veloce come il vento di Matteo Rovere (2016), Wonder Woman di Patty Jenkins (2017) Mary Magdala di Garth Davis (2018), I Moschettieri del Re di Giovanni Veronesi (2018). E poi gli ultimi successi No Time to Die, l’affascinante agente della corona inglese 007 e Imma Tataranni- Sostituto Procuratore, tanto amata dai telespettatori di Rai Fiction. Il cinema ha assunto così la connotazione di un investimento duraturo nel tempo.
Che si dia al luogo dove ambientare una narrazione audiovisiva un nome di fantasia, come Vigata, nato dalla penna di Andrea Camilleri , immaginario luogo della Sicilia patria del Commissario Montalbano o un luogo vero, come Spoleto dove fu ambientato don Matteo, quando la settima arte arriva su un territorio oltre a generare quell’alone di magia genera inesorabilmente una piccola industria che molti amano chiamare industria creativa.
A parlare sono i numeri o meglio le cifre, quelle a più zeri, che le produzioni investono per realizzare le pellicole. Nel 2019, a Matera, la Eon Production, casa cinematografica inglese, ha investito per la produzione del 25° episodio della saga di James Bond 007 ben 12 milioni di euro destinati solo alla città dei Sassi e l’hinterland. Un budget ricchissimo per 5 settimane di girato corrispondenti ai primi 18 minuti del film che nel settembre 2021 è stato visto in tutte le sale del mondo.
Per l’occasione sono arrivate a Matera due troupe inglesi per un totale di 600 persone. Questo ha determinato un coinvolgimento di circa 100 strutture ricettive locali e di oltre 800 professionisti locali impegnati nella costruzione dei 32 set. Un indotto interessante per alberghi, ristoranti e persone locali. Molte sono state le comparse scelte sul territorio così come le maestranze che hanno avuto l’opportunità di mettere a disposizione il loro saper fare, spesso artigianale per l’industria cinematografica. Un impatto economico stimato nell’ordine dell’1% di PIL dell’intera Basilicata. Senza contare la valenza mediatica difficilmente calcolabile.
Falegnami, fabbri, elettricisti, sarte, estetiste, parrucchieri, l’elenco è davvero lungo, dopo l’esperienza strutturata di Bond hanno perfezionato e calibrato il loro lavoro calandolo nel settore audiovisivo. Un nuovo know how che ha portato al coinvolgimento in una nuova produzione.
Le opportunità per il territorio
Nel 2021, in piena seconda ondata pandemica quando tutto il mondo del lavoro era fermo, Matera ha avuto la fortuna di ospitare le riprese (rispettando severissimi protocolli di sicurezza) della seconda serie della fiction di Rai Uno “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore” replicando il lavoro fatto con le troupe precedenti anche se con investimenti più ridotti rispetto a 007 ma ugualmente importanti.
In 3 mesi circa di permanenza in città della Ibc Movie e Rai Com (le riprese sono durate da Marzo a inizio luglio) l’impatto diretto è stato di 1 milione e 200 mila euro complessivi. Di questi 300 mila euro sono stati i costi per il reparto produzione, tecnici e maestranze; 44 mila euro per gli attori secondari (240 presenze); circa 25 mila euro per il lavoro di pre-organizzazione e per i sopralluoghi; 30 mila euro per i veicoli di scena; 35 mila euro per gli animali di scena; 40 mila euro per i fabbisogni scenografici; 60 mila euro per le location; 200 mila euro per i pernotti della troupe nelle strutture ricettive; 90 mila euro per il catering; 26 mila per il materiale logistico di produzione; 30 mila per le misure di prevenzione del covid.
Numeri che hanno definitivamente suggellato la convinzione che il cinema ha la capacità di mobilitare consistenti risorse umane e finanziarie favorendo di riflesso la nascita di nuove attività economiche e turistiche.
È acclarato ormai che con il cinema si lavora, in settori diversi, prima, durante e dopo le riprese.
L’estate ormai alle porte si spera ormai post pandemia, sarà finalmente la cartina di tornasole del grande richiamo mondiale del cinema sul turismo. Molti albergatori stanno già ricevendo prenotazioni di viaggiatori sui luoghi di No Time To Die e di Imma Tataranni.
La ricerca di registi e produttori di sempre nuove location e la capacità di Amministrazioni virtuose (spesso attraverso le Film Commission) capaci di proporre nuovi set, sta sviluppando ultimamente una inedita competizione tra territori, che ha anche favorito una maggior propensione delle produzioni cinematografiche verso luoghi poco conosciuti.
E’, ad esempio, il caso di Makari la fiction Tv giunta alla seconda stagione dove a fare da sfondo alle avventure di Saverio Lamanna è stato proprio il Golfo di Macari nella valle dei Templi in provincia di Trapani. Un piccolo borgo abitato da poco meno di 500 anime ma diventato il paradiso sognato da milioni di telespettatori condotti dalla narrazione delle vicende del protagonista attraverso una straordinaria Sicilia. Oppure il caso di San Candido e l’ormai famoso Lago di Braies della fiction Un passo dal cielo con Daniele Liotti ambientata in Alto Adige. Gli esempi potrebbero continuare ancora e ancora ma il risultato sarebbe sempre lo stesso all’insegna del successo.
Senza considerare che serie e fiction svolgono un’azione magnetica e creano una grande empatia con il pubblico com’ è successo in ‘Imma Tataranni’ con la bravissima Vanessa Scalera. Le strade, i luoghi, le facce delle persone che appaiono in tv appartengono in maniera inconfondibile a Matera e ai materani. Il successo della fiction ha offerto Matera agli italiani quale destinazione non soltanto di un viaggio, ma anche per vivere e trascorrere qui le proprie esperienze di vita. Inoltre l’industria audiovisiva al valore economico ha affiancato la capacità di costruire la percezione delle città dei Sassi in Italia e nel mondo, di qualificare la sua offerta culturale, di attrarre visitatori e operatori, con ricadute sul territorio e sull’economie locali.
Guardando al modello Matera
Va da sé, dunque, che il modello Matera, è facilmente replicabile e dovrebbe diventare buona abitudine delle amministrazioni che puntano sulla valorizzazione turistica farsi conoscere e proporsi all’industria cinematografica attraverso i location manager, figure esperte che accompagnano le produzioni durante i sopralluoghi mostrando loro angoli inediti di territori dove poter ambientare le loro storie. Negli ultimi mesi soprattutto dopo la pandemia che ci ha tenuto incollati a tv e serie, piattaforme digitali come Netflix, Amazon Prime, Sky, sono proliferate e esponenzialmente cresciute tanto da accelerare su nuovi progetti che prevedono anche la ricerca di nuovi scenari. Non è solo una questione di attivare il cineturismo ma di opportunità a 360° per tutto il territorio.
E allora “No Time To Die”, non c’è tempo per morire, direbbe James Bond. Dal cinema ci arriva una grande lezione e una nuove prospettive.

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