L’impatto generato dalla tecnologia ha attraversato tutti gli ambiti della vita degli individui, dai più complessi ai più semplici. Ed è proprio il fatto che la tecnologia sia entrata così nel profondo del quotidiano di noi tutti che rappresenta l’aspetto più affascinante e pieno di interrogativi.
Nel 2004 è nato Facebook, il “libro delle facce” che ha cambiato completamente il nostro modo di relazionarci. Da quel momento si apre l’era delle app. La società diviene social, siamo tutti connessi, adulti e giovani.
Nel 2009 è stata creata WhatsApp, un’applicazione basata sulla messaggistica istantanea, una vera rivoluzione per il mondo della comunicazione e della scrittura dei messaggi: più facile e più veloce da utilizzare grazie anche alle nuove tastiere touch screen in cui a ogni tasto corrisponde una lettera, un numero o un simbolo, basta muovere le dita sullo schermo per aprire e chiudere le innumerevoli funzioni presenti.
Nel 2012 Facebook ha acquistato per 1 miliardo di dollari Instagram. Uno dei social più amati del momento e quasi tutti abbiamo creato un account per accedere a questa piattaforma. Quasi non ci ricordiamo più come fosse la nostra vita prima di Instagram e nemmeno cosa facevamo, in fondo sono passati solo 11 anni dal lancio ufficiale. Una piattaforma agile e veloce che consente agli iscritti di farsi conoscere attraverso foto e video.
La nascita di Be Real
Nel 2020 ha preso forma in Francia un nuovo social network chiamato BeReal, definito come l’anti Instagram che piace a molti. Gli ideatori sono stati Alexis Barreyat e Kévin Perreau.
A discutere di questo social sono diversi portali di informazione. Skytg24 spiega come BeReal si sia diffuso nel 2022 e i numeri ci dicono che almeno 3 milioni di utenti utilizzano questa app. Nel mese di agosto 2022 sono stati conteggiati 7 milioni di nuovi profili.
BeReal possiede delle particolari funzioni, come quella della notifica per scattare le foto in tempo reale. Non ci sono filtri, non sono presenti like e cuoricini, non ci sono i contatori che calcolano i like ricevuti, non ci sono amici o follower. Una notifica avverte l’utente quando è il momento di scattare un selfie e bisogna immortalare subito il momento a prescindere dalla situazione. A partire da quel momento si hanno due minuti a disposizione per pubblicare o meno l’immagine. La condivisione avviene una volta al giorno e ad un’ora diversa.
Un’altra caratteristica dell’app è quella delle foto a doppia camera che serve a mostrare sia il volto dell’utente e sia il luogo preciso in cui l’utente si trova. La vita quotidiana è ripresa senza alcun trucco.
L’App che piace alla Gen Z
La Generazione Z ama fotografare in tempo reale e senza particolari espedienti. Lo slogan è “I tuoi amici, davvero” e sta ad indicare il desiderio di allontanarsi da quella bellezza e dalla quella perfezione voluta e ricercata dagli altri social network.
La voglia di essere vero di questo social si sposa con i messaggi di body positivity lanciato da diversi influencer e cambia anche la possibilità di relazionarsi con gli altri. Sì, perché su BeReal ci sono le “reactions” personalizzate, RealMoji, emoticon con il volto dell’utente e quando si superano i 50 amici l’app si limita ad indicare un +50.
Chissà se Meta cercherà di intraprendere lo stesso percorso di BeReal cosi come ha fatto con i Reel che spopolavano su TikTok. Questo ancora non lo sappiamo, ma viene ipotizzato da diversi creator.
Come avviene anche su altri social, BeReal chiede agli utenti di segnalare i contenuti inappropriati ed è accessibile agli utenti con un’età pari o superiore a 13 anni.
Il portale internetmatters.org presenta i diversi vantaggi e i rischi di BeReal. Gli aspetti positivi sono: l’impossibilità di modificare le foto attraverso filtri, sfatando il mito di un corpo impeccabile; è possibile pubblicare una sola volta al giorno e quindi il tempo trascorso sulla piattaforma si riduce rispetto agli altri social; allontana dai giovani l’idea di diventare un influencer, perché non calcola i like o le diverse modalità di approvazione dei contenuti pubblicati e infine non è possibile contattare gli utenti in privato.
Quali sono gli elementi da attenzionare? Non vengono moderate le immagini; il controllo sulla privacy è limitato e i ragazzi devono capire cosa fotografare ed evitare di pubblicare anche immagini in cui sono presenti altre persone. Il rischio di violare la privacy altrui è alquanto notevole.
Un nuovo scenario e nuove esigenze
In quello che è diventato l’impero di Instagram e di Whatsapp si apre un nuovo scenario che cerca di interpretare nuovi codici comunicativi e nuovi linguaggi. Questa volta il tentativo è quello di frenare la continua vetrinizzazione del corpo, una tendenza che rende i nostri giovani più fragili e insicuri.
Gli adulti devono aiutare i giovani ad accettare sé stessi e a guardare al di là delle proprie imperfezioni e debolezze. La vita reale non ha bisogno di “like” o di “cuoricini”, perché deve essere piena di emozioni e obiettivi importanti.
La mercificazione del corpo e i modelli di consumo devono essere arginati, visto che influenzano l’atteggiamento dei ragazzi e delle ragazze.
Ricordiamoci una bellissima frase che ripeteva spesso Rita Levi Montalcini, insignita del Premio Nobel per la Medicina: “Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”. Una citazione che ci aiuta a capire l’energia e la facoltà della nostra mente.
Riflettiamo sui drammi che si nascondono dietro alla ricerca della perfezione e puntiamo alla valorizzazione della mente e dei sentimenti. Continuiamo a lamentarci e a contare le vittime di assurde competizioni, ma noi cosa stiamo facendo per i giovani?
La battaglia contro gli stereotipi va combattuta e siamo ancora lontani dall’ottenere un risultato. Non possiamo arrenderci e abbiamo il dovere di veicolare un messaggio essenziale: nessuna apparenza potrà sostituirsi al cuore e all’anima.
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