Il 7 gennaio 1954, IBM e la Georgetown University hanno organizzato a New York la prima dimostrazione pubblica di traduzione automatica. Un esperimento su piccola scala dal russo all’inglese, basato su sole 250 parole e 6 regole grammaticali. Questo esperimento ha generato, oltre ad interesse e controversie, anche le prime aspettative rispetto ai possibili sviluppi della traduzione automatica nel futuro.
Oggi, a 67 anni di distanza, i passi avanti fatti nel settore della traduzione automatica sono enormi. La Neural Machine Translation – NMT – è una tecnologia che utilizza le reti neurali. Fitte reti di neuroni artificiali analizzano e processano il testo in modo molto simile alla mente umana ma con maggiore velocità. In continua evoluzione sono anche le metodologie di PEMT – Post Editing Machine translation, che prevedono una revisione umana su un testo tradotto da una macchina altamente specializzata. Ad oggi la language industry, pilastro del mondo dell’economia globale per il ruolo che svolge di facilitazione della comunicazione tra le nazioni, si basa ormai nell’80% dei casi sull’uso sistemi di intelligenza artificiale. La stima della Common Sense Advisory, la più autorevole società di ricerche di mercato della Language Industry, è che la percentuale di servizi di traduzione aumentata, ossia la combinazione di servizi di traduzione umana unita a risorse di intelligenza artificiale, salirà al 91% entro la fine del 2021.
La spinta alla digitalizzazione è stata ulteriormente velocizzata, come in tantissimi altri campi, dai limiti imposti dalla pandemia. Il 2020 è stato l’anno in cui per la prima volta nella storia le richieste di traduzione aumentata hanno superato ampiamente quelle di traduzioni di tipo tradizionale. Quelle, cioè, legate al solo intervento umano.
Disuguaglianze di genere ed età nell’ambito delle traduzioni
Il rapidissimo cambiamento ha negli ultimi due anni avuto diversi effetti sulla comunità dei traduttori e traduttrici, così come sul settore dell’interpretariato. Primo fra tutti quello dell’aumento della disuguaglianza di genere. Molte traduttrici, a seguito dell’aumentato lavoro di cura verso figli o familiari, si sono trovate a dover rifiutare incarichi o a non avere il tempo necessario per mettersi al passo con le nuove tecnologie. Per quanto riguarda il lavoro non retribuito il report The Impact of Covid-19 on Women delle Nazioni Unite parla chiaro: le donne dedicano mediamente al giorno 4,1 ore al lavoro di cura e lavori domestici. Sono 1,7 ore quelle impiegate degli uomini. Inoltre, secondo i dati Istat dell’indagine Occupati e Disoccupati del dicembre 2020 le donne sono più degli uomini impiegate in lavori precari. Dei 444mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne.
A correre il rischio di essere squalificati dal mondo del lavoro sono anche i traduttori senior e i giovani. Gli ultimi, a causa della distanza ancora presente tra insegnamento e mondo del lavoro, spesso escono dalle università senza una formazione aggiornata rispetto le nuove tecnologie della language industry. Secondo i dati Eurostat 2020 il tasso di occupazione in Italia è del 33%. Tra i più bassi in Europa insieme a Grecia e Spagna. In questo scenario di rapidissima evoluzione tecnologica si inserisce il progetto Way2Academy, un programma di Open Education pensato per fare fronte a queste problematiche.
Way2Academy: al servizio della comunità
Il progetto di Open Education Way2Academy, innovativo e gratuito, è stato ideato per avvicinare e formare giovani e donne professionisti del mondo della traduzione e interpretariato alle nuove tecniche di traduzione digitale attraverso la Neural Machine Translation.
Il progetto è stato presentato nel mese di aprile 2021 nell’ambito di Stem in the City, iniziativa promossa dal Comune di Milano con il sostegno delle Nazioni unite e di realtà del settore pubblico e privato, per incentivare l’inclusione delle donne nel settore della tecnologia, matematica e scienza.
Way2Academy è nato dalla volontà di Laura Gori, CEO e fondatrice di Way2Global – startup femminile di traduzione e interpretariato costituitasi come Società Benefit nel 2017 – e di Pietro Schenone, ex-Direttore della Civica Scuola Interpreti e Traduttori “Altiero Spinelli” di Milano, dove tuttora è docente in linguistica generale e terminologia, e Responsabile relazioni istituzionali di Way2Global.
Il percorso si compone di 15-20 mini video fruibili online, in totale libertà di tempi e modi, che dalla prima settimana di luglio sono disponibili sulla piattaforma di Way2Academy. Per partecipare è sufficiente registrarsi fornendo i propri dati. Il percorso, indirizzato a giovani e donne, stakeholders privilegiati nel progetto di Way2Global nella costruzione di un nuovo ethos del lavoro, offre una formazione sul tema della traduzione automatica utilizzando materiale didattico ottenuto rieditando un corso di formazione tenutosi nel 2019 negli spazi di Way2global.
Al termine del percorso viene rilasciato un attestato di partecipazione ed è al momento in costruzione la possibilità che il percorso rilasci anche crediti formativi.
La pandemia: un’opportunità di cambiamento
Laura Gori, in un nostro incontro nella sede di Way2Global di Milano racconta con entusiasmo come è natoWay2Academy: “Io e Pietro Schenone abbiamo iniziato a parlare di Way2Academy nel secondo semestre del 2020, quando ci siamo resi conto che non sapevamo quanto la situazione in cui ci trovavamo a causa della pandemia sarebbe durata. A marzo avevamo visto tutto il nostro mondo, come il resto dell’economia, riversarsi sul piano digitale. Ma già prima della pandemia nel nostro settore era in atto una rivoluzione: quella della traduzione automatica a base di reti neurali. Con la pandemia il problema si è acuito: da una parte i liberi professionisti che facendo fatica a tenere il passo con la digitalizzazione e gli strumenti digitali di frontiera rischiano veramente di rimanere squalificate dal mercato. Prevalentemente stiamo parlando di donne che sono la maggioranza nel settore della traduzione. Dall’altra i giovani aspiranti traduttori e le difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro a causa del mismatch digitale formazione – lavoro, tematica già emersa attraverso l’inchiesta TOP / Translator Opinion Poll condotta nel 2018 dalla Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli di Milano e Way2Global. Le scuole l’accademia, le università insegnano a fare il traduttore ma non danno la capacità di capire cosa vuole il mercato. E da queste riflessioni che è nata l’urgenza di fare qualcosa e Pietro ha suggerito di realizzare il progetto Way2Academy attraverso dei video di formazione”.

Pietro Schenone ci racconta l’inizio di questa avventura in una chiaccherata online, reduce da una sessione di esami il sabato mattina: “Way2Academy è stata da me e Laura pensata come una sorta di sogno – progetto – contenitore, nel quale abbiamo confluito una serie di idee e spunti che sono poi cresciuti. Inizialmente l’idea era quella di creare un’Accademia unendo tutti i saperi che ci sono in Way2global, un luogo dove anche le B-Corp avessero spazio per condividere le loro risorse. Poi con l’arrivo della pandemia i temi delle donne e giovani sono diventati ancora più urgenti e abbiamo pensato di costruire un progetto ad hoc per fare fronte alla possibile squalifica di queste categorie dal mondo del lavoro”.
Da un imprevisto un’idea nuova e stimolante
Alla formulazione del progetto ha contribuito anche un imprevisto. Nei 6 mesi precedenti al lockdown Pietro Schenone, a causa di un incidente, è stato costretto a casa e si è preparato a tenere corsi online. Durante l’estate, sentendo l’urgenza di strutturare un metodo didattico più efficace, riprende un modello di insegnamento chiamato Flipped Classroom – Classe capovolta. Secondo questo sistema, nato in Colorado una decina di anni fa dall’iniziativa di due docenti di chimica, Aaron Sams e Jonathan Bergmann per risolvere il problema dell’assenteismo scolastico, gli studenti lavorano individualmente su dei contenuti dati loro prima della lezione. La lezione diventa uno spazio dove attivare le competenze cognitive attraverso esercizi e discussioni sui contenuti teorici dati. “In questo modo ognuno ha il suo passo e lavora da solo e la classe diventa un luogo partecipativo dove applicare insieme quello che gli studenti hanno studiato a casa. Ho pensato che questa modalità fosse molto adatta alla pandemia e all’uso di internet”, spiega Pietro.
“Quando con Laura abbiamo pensato di dare una scadenza a Way2Academy abbiamo deciso di riutilizzare un corso che si chiama Post Editing Machine Translation e che due docenti della scuola Altiero Spinelli avevano tenuto in presenza per Way2Global nel 2019. Avevamo dei filmati. Il corso prevedeva un’interazione e molte attività che non si potevano vedere nella registrazione, quindi ho lavorato al montaggio in modo da rendere i video interattivi. Non essendo la piattaforma un Learning Management System ho usato degli accorgimenti per renderla interattiva. Ho dato ad esempio la possibilità di fermare i video per rispondere a delle domande e poi riprenderli per proseguire l’ascolto della lezione. L’approccio didattico è stato quello di formulare domande di anticipazione più che di comprensione, che idealmente potessero favorire l’ascolto attivo. Un orientamento più all’inclusione che alla verifica. Certo, stiamo parlando di storia della traduzione assistita, e ci sono anche alcune domande nozionistiche, ma l’idea è quella di un’istruzione aperta e senza vincoli”, prosegue Pietro.
Il sistema della peer evaluation
L’indice del corso di Way2Academy è pensato in modo che, come avviene in certi libri, chi decide di seguire il corso sia libero di seguirne anche solo delle parti. Ogni nucleo è infatti in se’ conchiuso, non si devono necessariamente seguire i video in sequenza dal primo all’ultimo.
Esiste poi, in una finestra, la possibilità di fare dei veri e propri esercizi con il sistema della peer evaluation. Molto utilizzata nei Mock – i brevi video di preparazione agli esami – è un metodo che Pietro Schenone utilizza da tempo in classe. “La dinamica – spiega – è che io affido un lavoro ad uno studente, e il lavoro viene inviato a due compagni che devono dare un feedback costruttivo su quell’elaborato, segnalando cosa potrebbe essere migliorato e cosa è efficace. Il feedback torna al compagno o compagna che devono dire se è servito loro o meno. Detto così sembra un processo elaborato, ma esistono almeno un paio di software che consentono di applicarlo molto facilmente. La peer evaluation è una teoria, funziona, e si usa molto in alcune università all’estero. In pochi casi anche in Italia”.

Il docente si trova così non tanto a dover dare dei voti ma a valutare un impegno: tutti quelli che hanno risposto e dato un feedback avranno un tipo di valutazione diversa. In Way2academy il voto non c’è ma attraverso la peer evaluation si stimola il coinvolgimento delle persone e la coesione di un gruppo di lavoro, che potenzialmente potrebbe decidere di ritrovarsi per progetti futuri.
“La PEMT funziona molto bene nel momento in cui è applicata all’interno di un team – prosegue Schenone – e nella pandemia abbiamo scoperto quanto è importante essere in grado di formare e mantenere dei network online”.
Gli esiti del progetto pilota Term4Neural
L’idea di Way2Academy era già nata con un progetto pilota di ricerca e sviluppo nel 2020, chiamato Term4neural, inserito tra le buone pratiche nell’iniziativa STEAMiamoci di Assolombarda.
Term4Neural è stato realizzato da Way2Global con l’ausilio di tre neolaureate: Arianna Pinna, Flavia Casini e Silvia Sorrentino, che appassionatissime, si erano già dilettate in tassonomia, linguistica e terminologia.
Così Laura Gori racconta l’esperienza: “Avevamo bisogno di compilare un database terminologico da integrare nei nostri motori di traduzione automatica a base di reti neurali – NMT – per perfezionarne la qualità traduttiva. Con Arianna, Flavia e Silvia, l’idea iniziale era quella di uno stage, ma dopo il colloquio ho capito che avevano già le competenze per un progetto professionale, così le abbiamo arruolate e formate, e con un lavoro enorme durato 8 mesi hanno processato 12 milioni di parole – la base per l’estrazione terminologica – che ha portato a produrre un mega glossario verticale nel settore finanziario-legale, uno strumento di frontiera che non ha uguali.
Quest’ultimo tool, integrato nei nostri motori di NMT, ci ha consentito di procedere con un effetto spill-over formando altre 20 traduttrici – nostre collaboratrici freelance – nel quadro dei nostri bootcamp all’uso dell’NMT e poi retribuirle per il lavoro fatto su 2 milioni di parole.
Anche Arianna, Flavia e Silvia sono state retribuite, e siamo molto orgogliosi di averle fatte crescere come Data Scientist attraverso la formazione pro-bono”.
Formazione al passo con il mondo che i giovani vivono per facilitare il loro ingresso nel mercato
Alessandra Puppi, 26 anni, ha conseguito la laurea triennale all’università di Interpretariato
e Traduzione di Varese e successivamente la magistrale in comunicazione internazionale all’Altiero Spinelli di Milano. Oggi lavora nel reparto marketing di Way2Global. Con lei parliamo delle difficoltà dei giovani aspiranti traduttori e traduttrici o interpreti, ad entrare e orientarsi nel mondo del lavoro.

Alessandra Puppi, 26 anni, laurea triennale all’università di Interpretariato
e Traduzione di Varese e magistrale in comunicazione internazionale all’Altiero Spinelli di Milano, lavora nel reparto marketing di Way2Global.
“Per noi giovani interfacciarci a questo mondo non è facile. La teoria che si studia a scuola e la pratica sono molto diverse e pur avendo studiato traduzione io non conoscevo molti strumenti che ho scoperto lavorando. Il percorso di Way2Academy è molto utile: rende una visione pratica del mondo del lavoro e di quello che è adesso la language industry. Non si tratta più di prendere un documento e tradurlo dalla lingua di partenza alla lingua target, ci sono una serie di passaggi che ormai sono diventati obbligatori e che prevedono proprio l’utilizzo delle tecnologie –
spiega Alessandra.
Della distanza tra formazione e lavoro parla anche Pietro Schenone “Il tema è che ci sono cose sulle quali le università, e in particolare quelle italiane, non sono ancora pronte. Siamo in un contesto nel quale si insegna ancora a tradurre tradizionalmente e si ha molta paura della traduzione automatica.
Con Way2Global abbiamo osservato i programmi delle università Italiane e internazionali. Le nostre sono per tanti aspetti all’avanguardia ma su altri in retroguardia. La traduzione automatica, internet e tutto ciò che sta là fuori, come dico io scherzando con i miei colleghi, è visto come qualcosa che nella migliore delle ipotesi è guardato con cautela e, nella modalità più diffusa lasciato fuori dalla scuola. Abbiamo esami di ammissione dove si dice che gli studenti non possono usare internet, peccato che oramai tutti i dizionari siano online e quindi diventa molto complicato dire a degli studenti che non hanno mai usato dizionari di carta di comprarli o farseli prestare perché all’esame internet viene spento”.
Il fine di Way2Academy è quindi quello di portare la formazione al passo con il mondo che lo studente o studentessa vivono.
“La formazione oggi non segue la concezione che potevamo avere noi in cui il mondo del sapere cambiava e dovevamo aggiornarci – prosegue Pietro – Ora il concetto è opposto: io ho finito di aggiornarmi ieri e questa formazione è vecchia. È come se dovessi aggiornare la formazione. Con Way2Academy cerchiamo e speriamo di aiutare i ragazzi e le ragazze che seguiranno i nostri corsi ad aggiornare e svecchiare la formazione che hanno ricevuto e portarla finalmente ad incontrare il quotidiano che vivono, usando le competenze che già hanno, ma che quella formazione non ha saputo stimolare, attivare e applicare. Questo pensiero è frutto di una riflessione sia sulla mia didattica che sulla didattica della scuola e il fine è quello di combinare e rendere attivi tutti gli elementi”.
Pensato sia per chi studia che per chi lavora
Anche dal punto di vista del tempo il taglio di Way2Academy è molto pratico. La durata dei video è pensata sia per chi lavora che per chi studia.
“Way2Academy – spiega Alessandra – propone piccole pillole che vanno dai 15 ai 30 minuti, massimo un’ora. È un tempo possibile da dedicare anche per chi studia o lavora tutto il giorno.”
Infine Way2Academy vuole, attraverso la creazione di un network di confronto, combattere contro le problematiche di isolamento create dalla pandemia.
Nel cotesto attuale è infatti aumentata la difficoltà di fare pratica. “Nei mesi in cui è stato impossibile muoversi – spiega Alessandra – anche fare esperienza attraverso stage è diventato complesso se non impossibile, tanto più considerando che già prima vivevamo il problema di fare pratica perché le aziende richiedono persone giovani che abbiano già esperienza. Questi webinar potrebbero invece essere molto utili per aprire gli occhi su ciò che richiede il mondo del lavoro“.
L’indagine TOP ha evidenziato anche che i traduttori più giovani hanno meno certificazioni: il 68% dei traduttori con 0-3 anni di esperienza non ha alcuna certificazione, rispetto al 40% dei traduttori con 30-40 anni di esperienza.
I traduttori più esperti segnalano anche un tasso più elevato di clienti che li cercano: la percentuale è del 56%, rispetto a circa il 35% per i traduttori meno esperti.
E legato alla tematica dell’esperienza sul campo è anche il tema dei compensi: che già si erano abbassati con l’introduzione di strumenti tecnologici.
“La pandemia riducendo l’esperienza diretta, non ha permesso ai giovani di confrontarsi anche sul tema delle tariffe con il mondo del lavoro. Spesso – continua Alessandra – anche solo parlare con le persone serve a capire come comportarsi, captare le informazioni, invece stando a casa nel tuo piccolo diventa tutto molto complicato”.
L’inclusione delle donne nel mondo STEM e della traduzione aumentata
In uno storico caffè di Torino incontro Silvia Giancola, traduttrice tecnica professionale con una specializzazione in ambito finanziario e marketing. Recentemente Silvia si è occupata anche di altri settori: manualistica, brevetti e di traduzioni in ambito medicale, settore che a seguito della pandemia ha avuto una spinta notevole negli ultimi due anni.

Con Silvia parliamo del fatto che la professione della traduzione è in maggioranza femminile. L’indagine TOP Translator Opinion Poll condotta nel 2018 su 1107 traduttori e traduttrici in tutto il mondo ha dato una risposta che è stata per il 74,29% femminile, con una predominanza di professioniste provenienti dai paesi Europei, dove l’indagine è inizialmente partita. La stessa Way2Global conta nel suo staff di professioniste della traduzione una percentuale del 92% tra dipendenti e collaboratrici donne. Dei 182 traduttori e traduttrici freelance ai quali Way2Global ha dato lavoro nel 2020, 124 sono donne, e delle 13 traduttrici collaboratrici fidelizzate di Way2Global, 10 hanno avuto una riduzione di volume del lavoro nel 2020 e 4 hanno raggiunto fatturato zero a causa dell’impegno di cura per i figli piccoli o familiari. Inoltre, sempre secondo i dati di TOP, i traduttori maschi sono professionalmente più soddisfatti delle donne con una percentuale del 13,24%. contro il 5,6% delle traduttrici. E riguardo il gender pay gap anche in un settore così femminile come quello della traduzione le tariffe sono impari: le tariffe sono di 0.104 € per gli uomini contro il 0.086 € per le donne.
Nel 2019 Silvia ha partecipato in presenza proprio alla serie di incontri sulla PEMT – Post editing machine translation, che è riproposto ora da Way2Academy nella versione online.
“Con Way2Academy – racconta Silvia – ho fatto un’esperienza molto bella e significativa proprio grazie all’approccio orientato alla crescita insieme, ad uno sviluppo armonico dell’azienda ma anche dei collaboratori in quanto asset dell’azienda stessa. Way2global ha capito con grande lungimiranza che essere al passo con il progresso tecnologico stava diventando fondamentale. Il percorso ha fornito strumenti concreti per iniziare a lavorare con queste nuove modalità. È stata una piccola rivoluzione nel nostro settore, abbiamo dovuto imparare a confrontarci con questa realtà, e capire come funziona perché mentre la tecnologia avanza chi rimane indietro automaticamente riduce le possibilità di crescita di lavoro”.
Sempre il report TOP del 2018 ha messo in luce come generalmente i traduttori siano più propensi rispetto alle traduttrici ad utilizzare i diversi strumenti tecnologici. Riguardo ad esempio l’uso della NMT le percentuali di professionisti familiari con essa è stata del 26% contro il 13% delle professioniste. Riguardo lo studio delle materie STEM i dati Istat rivelano che le donne laureate in discipline tecnologiche sono generalmente poche. Un’indagine di Assolombarda del 2020 ha valutato il Gender Gap nelle lauree STEM mettendo in luce che nell’ultimo anno accademico, tra tutti gli iscritti alle facoltà STEM, le studentesse rappresentavano solamente il 37% mentre nei corsi non-STEM la partecipazione femminile è del 62%. Inoltre, le ragazze iscritte a corsi STEM presentano risultati accademici più elevati ma tassi di occupazione e retribuzione più bassi rispetto agli uomini Ad un anno dalla laurea infatti, il tasso di occupazione degli uomini laureati nei corsi STEM è del 91,8% rispetto al 89,3% delle donne. In Italia, la Lombardia è la regione leader nello studio delle materie STEM, con un numero di iscritti – uomini e donne – a facoltà STEM del 17%.
Prosegue Silvia: “Contrariamente a quanto si pensa, la professione della traduttrice richiede molta tecnologia, quindi è giusto invitare le ragazze a non spaventarsi della digitalizzazione e a non pensare che debbano occuparsi solo di materie umanistiche perché non hanno capacità. Semplicemente perché non è vero, anche se c’è un forte pregiudizio. Io su questo fronte sono sempre stata molto impegnata e attenta perché è un peccato che le ragazze rinuncino a carriere scientifiche perché pensano di non essere in grado o che siano vittime del preconcetto che se sei femmina la matematica non fa per te. Non c’è niente di più sbagliato quindi invito a non avere paura delle nuove tecnologie perché si imparano e si dominano”.
Quali sono i limiti di un progetto come Way2Academy e gli aspetti da sviluppare?
Nella nostra indagine a 360° su Way2Academy abbiamo chiesto a Pietro Schenone e Laura Gori di parlarci anche degli aspetti ancora da migliorare ed espandere.
Un aspetto che mette in luce Pietro Schenone è quello tecnologico: il livello di interattività del corso e il coinvolgimento dei e delle partecipanti richiederebbe un altro tipo di tecnologia che comporta maggiori costi, costi che non è facile al momento supportare per la natura no-profit di Way2Academy. Inoltre i tempi di realizzazione di un progetto più articolato sarebbero stati più lunghi e Way2Academy ha voluto far fronte ad un problema nel modo più tempestivo possibile.
Riguardo la tempistica di finalizzazione del progetto Laura commenta “Il nostro progetto è ancora molto sperimentale, in un certo senso abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo, perché per certi aspetti tecnici Way2Academy è un azzardo. Ma se si aspetta di essere perfetti al 100% per partire, nel frattempo il mondo va avanti, l’evoluzione non aspetta. Quindi partiamo ora con questi moduli e poi vediamo il tasso di redemption, quali sono le nostre disponibilità, e le esigenze dei partecipanti e in corso d’opera aggiusteremo il tiro”.
L’idea è quella anche di perfezionare il palinsesto e costruire un programma più organico oltre ad ampliare i settori di specializzazione essendo il corso al momento focalizzato sui settori finanziario, legale e marketing.
“L’altro elemento – aggiunge Pietro – è che per ora stiamo parlando ancora di un’iniziativa che nasce da noi, dalla percezione di un’azienda, che certo ha sede in molte nazioni, lavora con i giovani, e ha un punto di vista aperto e a 360 gradi, ma lo sforzo è ancora nostro. L’ideale sarà arrivare a un livello di coinvolgimento tale con chi partecipa da cogliere l’esigenza reale oltre a quella che noi immaginiamo. Non perché siamo incapaci di osservare la realtà ma un lavoro costruito insieme vivrebbe di un’altra apertura”.
L’ultimo elemento di miglioramento che menziona Pietro è che il corso di Way2Academy ad oggi presuppone un certo livello di conoscenza di base sul mondo della traduzione automatica neurale e della PEMT. “Il che è giusto – dice – ma l’ideale sarebbe proporre anche un corso breve che possa spiegare questo argomento a chi non ha quel tipo di formazione, per chi ha la terza media o non ha fatto studi linguistici o classici”.
Un esempio pratico può farti capire. Sono andato a fare la seconda dose del vaccino presso una struttura. Nel quarto d’ora di osservazione l’infermiera della sala, che era molto socievole, mi ha chiesto che cosa facessi nella vita, e io ho risposto che insegnavo in un corso universitario. Lei mi ha chiesto cosa insegnassi e quando ho risposto linguistica mi ha chiesto: e cos’è ? Io risposto che la linguistica è lo studio scientifico sul linguaggio. E lei mi ha detto: cioè? Provi a spiegarlo anche a una come me! e io mi sono trovato a capire cosa dovevo dirle, ho cercato di capire chi fosse, e di spiegarle con i termini che lei conosceva cosa fosse la linguistica. Alla fine ha detto: che bello, mi interessa, mi piace e io ho pensato: ok ce l’ho fatta, ho sollevato un interesse”.
Alessandra Puppi parla invece dei limiti della traduzione automatica: “I limiti consistono nel fatto che la macchina ragiona in maniera meccanica, fa quello che gli è stato impostato di fare, seppur con tante variabili. A volte un errore è considerato tale perché alla macchina è stato detto di agire in un certo modo, ma in realtà dal punto di vista culturale e stilistico potrebbe non esserlo. Per questo ci vuole sempre l’intermediazione del traduttore o revisore. È una mia considerazione personale, ma secondo me non arriveremo mai al punto in cui la macchina riuscirà a sostituire il traduttore umano, perché alla macchina manca l’umanità e profondità culturale tipica di chi ha a che fare tutti i giorni con la cultura del paese”.
L’adesione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’agenda 2030 dell’ONU
L’ultimo punto importantissimo è l’approccio etico Way2Academy. “I nostri traduttori – dice Laura – sono il nostro capitale umano, Way2Global e un’azienda dotata di coscienza civile e non può esimersi da generare valore per gli altri. Il nostro piano industriale è stato costruito sugli OSS, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’agenda 2030 dell’ONU, con particolare riguardo alle specifiche sulla parità di genere e all’empowerment femminile”.
Way2Academy è un progetto in evoluzione, che abbraccia la sfida di essere al passo con i cambiamenti del reale, di formare e formarsi allo stesso tempo in un continuo rapporto di scambio e apertura, In linea con lo statuto di Società Benefit,di Way2Global, per fare crescere tutta la collettività intorno all’azienda stessa.
Tutto per in favore dell’evoluzione di una figura fondamentale nel mondo moderno e il cui ruolo supera quello puramente linguistico: già nel maggio 2017 una risoluzione delle nazioni Unite ha definito la figura dei traduttori come strumento di Pace per il ruolo di connessione che svolge tra le nazioni nell’incoraggiamento della sostenibilità, della comprensione e dello sviluppo.

Vuoi leggere sempre più storie di questo tipo?
Ci impegniamo ogni giorno per offrirti un’informazione di qualità: gratuita, indipendente e non profit. Il nostro obiettivo è poterti raccontare le storie di chi ha trovato soluzioni: partendo dai problemi ma focalizzando la nostra attenzione sulle risposte.
- The Way2Academy – the bridge to a new digital future for translators - Settembre 29, 2022
- Europe Beyond Access: abbracciare la diversità dei corpi per valorizzare la forza espressiva - Aprile 27, 2022
- Way2Academy: ponte per la transizione digitale di traduttori e traduttrici - Luglio 19, 2021