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Un nuovo modello d’informazione

Apr 14, 2022
un nuovo modello di informazione

In questi ultimi mesi, si sta discutendo molto sulla percentuale di scrittori in Italia che ha superato quella dei lettori.

Il nostro modo di comunicare e relazionarci è cambiato da quando sono stati introdotti i cellulari. Gli iphone e gli smartphone di ultima generazione ci permettono di comunicare in modo immediato e istantaneo. Non inviamo quasi più le lettere o i biglietti, perché consegniamo ogni nostro pensiero alle piattaforme di messaggistica come Whatsapp, Telegram e WeChat.

Nessuno, oggi, rinuncerebbe alla propria piattaforma del cuore. Basta davvero pochissimo per risolvere ogni problema tramite un’applicazione. Infatti, servono pochi click per scrivere e condividere emoticon ed emoji. Una piccola faccina ci aiuta a superare le distanze e riesce a far capire al destinatario il nostro stato d’animo.

Non dimentichiamo poi le chat strettamente legate ai social network, come Messenger collegato a Facebook o Direct a Instagram.

Ormai, sui social siamo abituati a commentare e ad esprimere il nostro pensiero anche attraverso adesivi o gif e questo ha comportato un’evoluzione anche della scrittura. Le persone che abbiamo aggiunto come amici su Facebook, o come follower su Instagram, seguono le nostre vite attraverso la narrazione che decidiamo di dare loro attraverso i nostri post. Regaliamo agli altri la nostra quotidianità e i nostri momenti personali in modo assolutamente estemporaneo.

Come se non bastasse ci trasformiamo in esperti di politica, di medicina, di letteratura e adesso, a causa della guerra tra Russia ed Ucraina, di accordi diplomatici e trattati di pace. Nascosti dietro ad uno schermo non perdono occasione di interagire anche gli Hater (odiatori seriali) che fanno a gara per offendere e denigrare il bersaglio prescelto.

Questi due anni di pandemia hanno acuito questa tendenza ed è emerso tanto cattivismo e tanta miseria umana. Tantissimi gli episodi di violenza virtuale che hanno continuato a mietere vittime con non poche ripercussioni nella vita delle persone.

In questo processo di continua connessione, dove è difficile distinguere la dimensione on line da quella off line, hanno chiuso i battenti tante edicole, librerie e biblioteche. Un cambio di rotta che ha investito il mondo dell’editoria. Purtroppo, in Sicilia, e nel resto d’Italia, ci sono sempre meno edicole che rappresentavano un luogo in cui ritrovarsi.

Il consumismo emozionale di Zygmunt Bauman

Non si può non rattristarsi per questo, ma il risultato è figlio di questo tempo di consumismo emozionale, come lo chiamava il grande sociologo Zygmunt Bauman. L’edicola era un luogo dove scambiarsi le notizie, dove incontrare le persone con cui avevi piacere di condividere pareri e opinioni. Era il luogo dove il giornalaio ti aggiornava sulle cose più importanti del giorno, ti proponeva e persino di coccolava. Adesso, invece, è un non luogo destinato a trasformarsi, per chi deciderà di sopravvivere, alla vendita di giochi, giochini e cose futili. Prima era la casa dei giornali di ogni grandezza, misura e qualità. Era il posto dove trovavamo i fumetti e l’enigmistica. Il settimanale di gossip e la rivista impegnata. I costi elevati della carta, la trasformazione del mercato dell’informazione, ci stanno facendo assistere alla quasi totale estinzione delle edicole.

Ci troviamo di fronte ad una società ricca di algoritmi e che ci proietta verso un quotidiano uso dell’intelligenza artificiale. Per non parlare poi del Metaverso, una nuova realtà virtuale fatta solo di avatar e verso cui si sta puntando moltissimo.

Facebook e Microsoft hanno già intrapreso questa direzione e gli effetti cominciano ad arrivare. Alcune persone hanno acquistato un VR (il visore che ti permette di entrare nella realtà virtuale), pensando alle belle parole di Zuckerberg: “Sarà possibile giocare, lavorare, fare acquisti e coltivare le nostre relazioni sociali, attraverso i nostri avatar”. Peccato che le cose non stiano proprio cosi…

Non mancano gli utenti che fanno shopping nelle città virtuali o che fanno amicizia con altri avatar simpatici e interessanti. Purtroppo, c’è anche chi racconta episodi sconcertanti e sono numerose le testimonianze che arrivano dagli Stati Uniti o dalla Gran Bretagna.

Non siamo più noi a selezionare le notizie, ma quasi ci arrivano sullo smartphone quando forniamo delle parole chiave. Una società fatta da altri codici e da altri linguaggi. Dobbiamo viverla e capire come salvaguardare alcuni valori essenziali. Non c’è un passaggio certo dal cartaceo al multimediale. Si legge meno e ci si informa meno, ma girano più notizie, ma anche più fake news. Andiamo verso un’informazione di qualità a pagamento ed una gratuita, che come tutte le cose che non si pagano non è il massimo.

Le piattaforme social sono gestite da quelle persone che potremo definire le più ricche del mondo. Stanno già sperimentando come fornire loro direttamente l’informazione su Facebook, Instagram, Whatsapp  o ancora Linkedin, Twitter, Google , Youtube o Twitch e non permettere agli editori di tutto il mondo di fornire i loro prodotti attraverso i social. Se questo avverrà ci sarà una trasformazione totale del mercato dell’informazione. La rete è stata sempre definita portatrice di pluralismo e quindi democrazia. Nell’era della controllocrazia, della profilazione, della vetrinizzazione e della democratizzazione di tutto il nostro privato non è facile pensare ad una informazione libera e coerente. La sensazione forte è che tutti si stanno attrezzando come Netflix a fornirci quello che può piacerci più che quello che è utile a informarci.

Io sono un ottimista e in questa continua trasformazione ci sono degli aspetti positivi da cogliere come la possibilità di continuare ad esercitarsi con la scrittura, cercando di migliorarsi giorno per giorno e di aprire il proprio cuore agli altri che leggono quanto scriviamo.

Ovviamente, sarebbe bello riscoprire il valore delle edicole e delle biblioteche per donare valore alla lettura, all’incontro e allo scambio di esperienze vissute, poiché l’esercizio del leggere può diventare la migliore cura per l’animo umano e una costante fonte di arricchimento. In fondo, come sosteneva Umberto Eco: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro”.

Francesco Pira
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