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Tamponi sospesi: il bene della comunità

Mag 31, 2021
tamponi sospesi

È un sabato freddo ma soleggiato in piazza Baiamonti a Milano, in piena seconda ondata da Covid-19. Riccardo Germani, volontario, è bardato con la sua tuta bianca. Il suo compito è far rispettare il distanziamento fra le persone in fila per eseguire un tampone antigenico rapido all’interno di un ben visibile tendone giallo. Riccardo è uno dei circa quindici di volontari e volontarie della Brigata Sanitaria Soccorso Rosso che da dicembre scorso si trovano ogni weekend nella piazza milanese.

Tendone Baiamonti – Milano – Medicina Solidale

L’iniziativa dei tamponi sospesi è un vero e proprio servizio alla cittadinanza fondata anche col sostegno di Medicina Solidale, un gruppo di professionisti medici professionisti disponibili a dare consulenza gratuita online e telefonica ai pazienti rimasti in mancanza di assistenza medica. Tra i fondatori c’è Alessandro Lanzani, che spiega cosa li ha spinti a far partire il progetto Tampone Sospeso a Milano: “Abbiamo iniziato a fare questo obbedendo all’articolo 32 della Costituzione italiana che dice che la Repubblica garantisce le cure gratuite per gli indigenti. Articolo rimasto valido solamente sulla carta.
A dicembre ci siamo incontrati a Milano con Brigata Solidale Soccorso Rosso con l’idea di fare il cosiddetto tampone sospeso col concetto del mutuo soccorso.”

Donazioni libere per aiutare disoccupati, precari e migranti

Il mutuo soccorso si basa sul donazioni libere: ogni persona dona in base a quanto può permettersi andando a coprire le spese di chi non può farlo. Tra questi figurano disoccupati, precari, rider o migranti con permesso di soggiorno scaduto. L’attività è stata messa in piedi grazie all’impegno nei weekend di un totale di 50 volontari e volontarie. La spinta è arrivata dalla consapevolezza che il tracciamento è il primo modo per bloccare i contagi da Covid-19, almeno fino a che non sarà raggiunta la vaccinazione di massa. Fino a ora il progetto ha raccolto, solo sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso, 24 mila euro provenienti da 436 donatori. Grazie alle donazioni è stata resa possibile la somministrazione dei tamponi antigenici rapidi a più di 3000 persone. “Il kit di un singolo tampone costa dai 3 ai 4,5 euro, più il costo della sanificazione e sicurezza dell’ambiente 6-7 euro. Aggiungendo il costo del lavoro si arriva ad un massimo di 15-20 euro per singolo test” spiega Lanzani.
Il servizio, che a Milano è offerto a pagamento, ha un costo compreso tra i 30 e i 50 euro. In altre regioni i costi sono inferiori. Per esempio i test antigenici costano dai 22 euro del Lazio ai 15 euro in Emilia Romagna. “Fare sanità privata è possibile, ma c’è anche un altro diritto costituzionale da garantire, ovvero quello delle cure gratuite agli indigenti” ha sottolineato Lanzani.


Tamponi sospesi per ridurre la trasmissione del Covid-19

Come ha chiarito Matteo Villa, ricercatore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), i tamponi rapidi contribuiscono “a ridurre la trasmissione, perché le persone si isolano prima. Se riduci la trasmissione, proteggi dall’infezione e potenzialmente dalla morte un anziano che avresti potuto infettare tu. Questo, anche se “nascosto” perché non è la persona che subisce il tampone a essere salvata, è l’argomento principale a favore dei tamponi rapidi. L’infezione, quando l’indice di contagio Rt è maggiore a 1, procede in maniera esponenziale. Inoltre, si può “ridurre la letalità e la probabilità di ricovero: prima ci si cura, più si riduce la probabilità di avere forma grave o letale dell’infezione” ha concluso Villa.
Un esempio virtuoso di screening e contact tracing gestiti a livello statale è quello della Corea del Sud – come ha riportato la BBC – dove gli ospedali sono stati designati per gestire la pandemia dal test al trattamento. Il bilancio delle vittime da Covid19 in Corea del Sud, un paese di 52 milioni di persone, è di 1903 un numero molto basso se comparato a quello italiano (124 mila morti su quasi 60 milioni di abitanti).

I test antigenici rapidi di terza generazione da gennaio 2021 sono considerati affidabili dal Ministero della Salute perché hanno una sensibilità tra il 96% e 98%. La possibilità che ci siano dei falsi negativi è molto bassa: tra il 2% e il 4%. Questo è il motivo per cui le Regioni hanno iniziato a conteggiarli nelle statistiche giornaliere di persone testate già da gennaio seguendo le indicazioni del Ministero.



Il limite della burocrazia

A Milano, dove l’esperienza del tampone sospeso è nata, il Consiglio e la Giunta comunale della città non hanno potere decisionale sulla sanità se non quello di “mappare gli spazi da mettere a disposizione della Regione per la somministrazione dei tamponi” come spiega Basilio Rizzo consigliere comunale del gruppo Milano in Comune. Altro limite è che il progetto del tampone sospeso è ancora considerato come servizio privato e non pubblico come dovrebbe essere. “Questo comporta diversi passaggi burocratici e di autorizzazione, come ad esempio l’occupazione del suolo pubblico e l’installazione dei sanitari chimici” conferma Marco Fumagalli, consigliere comunale di Alleanza civica per Milano.

Nel frattempo l’attività di volontariato di tampone sospeso va avanti e continua ad essere “un modello ma non ancora sistema” come sottolinea con convinzione Lanzani. Negli ultimi mesi la somministrazione dei test si è estesa anche nelle periferie milanesi tra cui Bovisa, Affori, Corvetto e Quarto Oggiaro, dove vivono le fasce di popolazione che più sono state colpite dagli effetti economici della pandemia. Questa serie di iniziative è stata resa possibile grazie all’acquisto di un’ambulanza, la cosiddetta squadra mobile, che ha permesso di raggiungere anche le città di Brescia e Mantova.

Il valore della comunità

Come conferma Roberta, paziente e donatrice, nonostante le graduali riaperture e il fatto che molte persone vadano ancora fisicamente a lavoro “mi sembrava un buon modo di contribuire ad un’iniziativa di volontariato e sostenere economicamente il tampone per chi non poteva permetterselo. A Milano è super strutturata e a volte non si sa da chi andare e la loro iniziativa ha aiutato. Il mio sostegno è andato alla comunità”. Il valore della comunità è sottolineato anche da Giusi, volontaria tra le più presenti durante i weekend, che racconta con orgoglio di aver “imparato l’arte della risoluzione dei problemi contingenti mettendo assieme tutte le forze. Ognuno di noi va oltre i suoi limiti per il bene comune.
Andiamo avanti perché ci si prende cura gli uni degli altri, nelle grandi e nelle piccole cose.”
Il valore del bene comune è un’ottima strada per risolvere definitivamente l’emergenza della pandemia.

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