Partiamo con onestà: i giornalisti e il pubblico sono in conflitto. Storicamente le redazioni hanno cercato di mantenere una certa distanza dal pubblico nonostante, di fatto, i media siano fortemente legati alle persone che guardano, ascoltano, leggono le notizie. L’era digitale ha forzato un cambiamento importante: la necessità di ricostruire una relazione con il pubblico. Qualcuno continua a chiudere gli occhi rispetto a questa trasformazione nelle relazioni, altri stanno cercando di capire come muoversi, altri ancora hanno accolto la sfida e lavorano sulle nuove dinamiche relazionali. I giornalisti costruttivi appartengono a questo gruppo.
È innegabile che sia cambiato il concetto stesso di pubblico. Corinne Podger, direttore della The Digital Skills Agency, afferma che siamo nell’era in cui il pubblico è diventato comunità. Un cambiamento molto forte che fa percepire il cambio di rotta rispetto a come oggi si muove l’informazione. «Osservo due grandi gruppi di redazioni – afferma Podger – quelle che interagiscono attivamente e consultano i lettori prima di produrre su contenuti, formati e prodotti e quelle che ancora non lo fanno». Chi ha la meglio? I primi naturalmente. Sono loro, infatti, a creare una forte relazione di fiducia con il pubblico. Ne è convinta la Podger e per la verità noi siamo di questa opinione.
Relazioni: un terreno fertile
Quello delle relazioni è un terreno sempre molto fertile che arricchisce e trasforma. Un terreno che ha preso forma anche sotto i piedi dei media sebbene non se ne siano accorti. Oggi al giornalista viene chiesto di dialogare con il pubblico, di cogliere le domande che albergano nelle menti delle persone per farle diventare storie da raccontare, di fare tesoro dei feedback ricevuti da chi ha incontrato l’articolo o il servizio giornalistico.
Sta cambiando il valore stesso della relazione. Non può più essere solo una questione di numeri ma sta diventando un tema di connessione umana. Siamo persone e come tali abbiamo dinamiche che ci accomunano al di là delle etichette professionali e sociali.

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Giornalismo costruttivo e relazione
Quando ho scoperto il giornalismo costruttivo, nel 2012, mi sono innamorata del profondo rispetto per il pubblico. Lo racconto spesso nei miei incontri formativi: le persone che ci leggono, ascoltano o guardano sono nostre alleate. Sia nell’apprezzamento che nella critica. Ci permettono di evolvere come professionisti e di poter offrire un viaggio educativo nella realtà che ci circonda. Il mondo è complesso e lo sarà sempre di più, i giornalisti sono coloro che possono aiutare le persone a comprenderlo. Ma per farlo occorre lavorare su alcune dinamiche importanti che riguardano proprio la relazione.
Ho provato a identificare alcuni elementi chiave:
Coinvolgimento: non si tratta più solo di consumare passivamente le notizie, ma di partecipare attivamente alla discussione, contribuendo con idee, esperienze e punti di vista.
Trasparenza e responsabilità: i media hanno l’opportunità di essere trasparenti riguardo le loro fonti, i metodi di raccolta delle notizie e le decisioni editoriali. Questa trasparenza contribuisce a costruire la fiducia del pubblico.
Approccio bilanciato alle notizie: non solo i problemi ma anche soluzioni. Questo è il nostro motto. Un equilibrio offre al pubblico una prospettiva più completa sulle sfide che affrontiamo come società e sull’efficacia delle possibili soluzioni.
Ascolto attivo: essere aperti al feedback del pubblico comporta un ascolto più attento delle esigenze e delle preoccupazioni della comunità. Un tesoro prezioso per un giornalista.
Impegno: la comunità può diventare attiva rispetto all’informazione. Partecipando al dibattito pubblico si può costruire insieme un sentiero di confronto nuovo.
Ispirazione: uno dei principi del giornalismo costruttivo è quello di far sentire le persone parte della soluzione. Questo consente di costruire una relazione sana, duratura e costruttiva tra chi racconta le storie e chi le accoglie. È un legame che consente di attivare un cambiamento profondo nella società. Come abbiamo raccontato anche nel libro “Inversione a U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società” scritto a quattro mani con Mariagrazia Villa.
Comprendere le dinamiche delle persone per evolvere
Siamo nell’era delle relazioni umane. Che significa proprio la comprensione delle dinamiche che riguardano le persone con rispetto e cura. Credo che chiunque voglia costruire non possa più esimersi dall’accogliere questa trasformazione. Il che implica cominciare a dialogare con valori come empatia, gratitudine, ascolto, gentilezza. Sì, anche i giornalisti. Da queste parti ne siamo davvero convinti e lavoriamo ogni giorno per far sì che il giornalismo costruttivo prenda più piede in Italia come all’estero.
E di questo parlerò durante il primo Festival delle Relazioni Umane che si terrà al Teatro Spazio Sfera di Bussero (provincia di Milano) il prossimo 29 settembre. Ci saranno formazioni, spettacoli e momenti di ispirazione tra persone che scelgono di investire nel potere delle connessioni.
Un evento che abbiamo deciso di sostenere perché crediamo nelle relazioni.
Ma che siano umane e autentiche.
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