Sono tempi interessanti quelli che stiamo vivendo: se da un lato diminuisce la credibilità del giornalismo, dall’altro le persone cominciano a cercare nuovi sguardi. Sarà che la pandemia ci ha insegnato, tra le altre cose, che siamo tutti parte di una grande comunità e che insieme possiamo risolvere anche ciò che appare più grande di noi. Ma non solo. Il Covid-19 ci ha anche mostrato quello che della stampa non ci sta più bene: manca qualcosa. Manca sempre qualcosa.
Talvolta è una storia, altre volte è una sfumatura, altre ancora è una risposta. Si alternano, uno via l’altro, articoli che lasciano spazio a troppe domande nei lettori e nelle lettrici. E non sto parlando di domande costruttiva ma di dubbi, incertezze, paure e frustrazioni. Tutto ciò che non ci rende esseri umani migliori.
Il giornalismo che ascolta le persone
Ma le persone lo sanno. Lo hanno compreso e iniziano a guardare altrove. Nei giorni scorsi i nostri amici del Solutions Journalism Network, che ci hanno permesso il lancio di questo magazine e che sostengono il nostro lavoro in Italia, hanno rilasciato una ricerca che racconta dei numeri molto interessanti. Le 638 persone intervistate (18-54 anni, di tutti i generi, professioni e diverse classi sociali) hanno definito il giornalismo costruttivo e delle soluzioni come un giornalismo affidabile e interessante. L’indagine, condotta dalla società di ricerche sui media SmithGeiger, ha evidenziato che il 51% degli intervistati ha affermato di preferire le storie di giornalismo delle soluzioni (di questi il 53% appartiene alla fascia di età 18-45 anni e il 47% alla fascia di età 45-54 anni). Il 32% degli intervistati, invece, ha dichiarato di ritenere che siano più interessanti le storie incentrate sul problema. L’83% degli intervistati, inoltre, ha affermato di fidarsi delle storie di giornalismo delle soluzioni mentre il 61% ha dichiarato che questo tipo di narrazione è più interessante da leggere e ascoltare. Solo il 55% ha affermato di avere più fiducia nelle storie orientate solo al problema e il 54% le trova più interessanti.
Interessante è notare che per le persone coinvolte nell’indagine pubblicata ad aprile 2021 hanno affermato che le storie di giornalismo costruttivo e delle soluzioni:
- Aiutano a fare la differenza nella mia comunità (dal 42% al 25%)
- Garantiscono la profondità delle informazioni (dal 41% al 30%)
- Forniscono un nuovo approccio (dal 40% al 25%)
- Raccontano ciò che conta (dal 37% al 28%)
- Offrono la qualità della narrazione (dal 37% al 30%)
Contesto, problema, soluzione e lezione imparata
Il giornalismo costruttivo e delle soluzioni, che il Constructive Network sta divulgano in Italia in collaborazione con il Solutions Journalism Network, è in grado di fare meglio e di incrementare il coinvolgimento dei lettori. Proponendo una narrazione che si basa sul contesto, il problema, la soluzione e la lezione da imparare tiene incollati i lettori all’articolo. Ce lo dicono anche i nostri sostenitori: leggono volentieri, cercano nuovi punti di vista e ci credono con noi. Sono due i pregiudizi del nostro tempo che abbiamo totalmente ribaltato: le persone non leggono testi lunghi e le persone non vogliono storie di buona informazione. Non è così. Abbiamo tutti una gran sete di soluzioni, anche quando si tratta di problemi sociali di grande entità. E siamo disposti a leggere se la narrazione si fa intrigante.
Prima lo capiamo, prima possiamo offrire ai nostri lettori e alle nostre lettrici l’informazione di cui hanno bisogno.
Questo articolo è stato scritto per la Giornata Nazionale dell’Informazione Costruttiva 2021 Segui l’hashtag #GNIC2021 per scoprire gli altri contenuti della giornata
- Relazioni umane: costruiamo insieme per guardare lontano - Settembre 19, 2023
- Viaggiare per essere: il turismo che vuole Instagram - Giugno 8, 2023
- Esperimenti sociali: @Lobuonoinside ci mostra le sfumature dell’umanità - Febbraio 13, 2023