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Giovani delusi dalla politica che non fa sperare in anni migliori

Lug 22, 2021
giovani

“I pensatori della politica si dividono generalmente in due categorie: gli utopisti con la testa fra le nuvole, e i realisti con i piedi nel fango”. George Orwell parlava di una politica ancora molto pensante. Oggi trionfa la disillusione. Anche in questa mia riflessione mi sono fatto guidare dal lavoro di ricerca di Enzo Risso su giovani e politica, argomento su cui sono più volte intervenuto dall’osservatorio privilegiato di chi non esprime posizioni politiche, partitiche o movimentiste ma esamina la comunicazione elettorale. Dall’ultima ricerca il quadro che emerge dimostra come i giovani provino insoddisfazione, disappunto e amarezza nei confronti di una classe politica che non riesce a far sperare in anni migliori. Il 41- 43 per cento di ragazze e ragazzi è indeciso su chi votare. Il 10 – 15 per cento non ha mai votato da quando ha raggiunto la maggiore età e il 6 – 8 per cento si reca a votare solo per annullare la scheda elettorale. Queste percentuali riguardano il 60 per cento di under 35 che non riesce a coinvolgersi nelle vicende politiche del nostro paese e si sente lontano da chi ci governa.

Rifiuto delle disuguaglianze sociali

Risso ha esaminato le motivazioni e ha evidenziato come l’86 per cento dei Millennials e della Generazione Z non accetta le disuguaglianze sociali nella nostra nazione. Il 78 per cento crede che i partiti siano distanti e indifferenti alle problematiche dei giovani. Allo stesso modo, il 78 per cento dichiara che viviamo in un’era di enormi iniquità e c’è un 71 per cento che considera tutti i politici ingiusti e sleali. I dati non smettono di essere allarmanti: il 58 per cento degli under 35 dichiara di non avere fiducia nei confronti di nessuno; il 55 per cento etichetta le banche come un pericolo per le persone; il 79 per cento sostiene che gli imprenditori italiani pensino solo ai loro guadagni e non guardino alla gente.

Come se non bastasse il 78 per cento dei giovani giudica il nostro modello economico adatto a soddisfare le esigenze dei più ricchi e dei più forti. Tutto questo, secondo l’82 per cento dei ragazzi, porterà al conflitto tra popolo ed élite.

Il tema del cambiamento climatico è di grande interesse per i giovani

Malgrado i pareri negativi il 96 per cento di giovani si augura un certo fervore nel salvaguardare l’ambiente e nell’affrontare i cambiamenti climatici e le sfide che essi ci impongono. Il 75 per cento dei giovani desidera che si parli di solidarietà e un importante 67 per cento condanna qualsiasi atto discriminatorio e razzista. Da questa indagine il partito ideale dovrebbe: garantire lavoro sicuro e meno precario (48 per cento); più libertà e diminuzione delle tasse (39 per cento); più attenzione all’ambiente e meno interessi (31 per cento); più giovani al potere (30 per cento).

Mi trovo d’accordo, senza alcun dubbio, con i dati emersi da questa indagine e in linea con l’interpretazione di Enzo Risso. Chi mi conosce sa quanto io abbia studiato i problemi delle nuove generazioni prima e dopo l’era post Covid, ponendo sempre lo sguardo al futuro.

Proprio in questi ultimi giorni, ho letto un interessante articolo pubblicato da HuffingtonPost che riporta le riflessioni di Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani e portavoce del Partito Socialista Italiano. Quello che è chiaro dalle parole di Maria Cristina Pisani è la necessità di una rinascita della società dal punto di vista politico, economico e sociale, dove i giovani sono “l’alfa e l’omega” del nostro domani.


Una profonda trasformazione della società

Oggi, assistiamo ad una trasformazione profonda della società, al progressivo indebolimento delle istituzioni, alla perdita di ruolo di rappresentanza come corpi intermedi dei partiti politici, osserviamo come vi sia ormai una completa mediatizzazione dei processi di costruzione dell’opinione pubblica. Gli individui appaiono profondamente destabilizzati, perché non trovano più i loro punti di riferimento e non riconoscono l’autorevolezza dell’uomo politico.

Le istituzioni non si occupano dei giovani e dei bambini. In realtà, sono convinto che la politica e le istituzioni possono fare tantissimo. Basta volerlo e iniziare ad operare i cambiamenti necessari. Non c’è più tempo da perdere e non serve continuare ad ignorare la reale situazione dell’Italia. Servono progetti e programmi immediati per ridare ai giovani la possibilità di sognare e farli desistere dall’intento di partire all’estero.

Bisogna innescare un nuovo processo culturale che deve investire tutti i settori più importanti come: la politica, il mondo dell’informazione, il sistema dell’istruzione e della conoscenza. Se ciascuno riesce a recuperare il proprio ruolo e torna ad essere una guida, allora sarà possibile invertire l’attuale tendenza

Tutto questo per non arrivare alle conclusioni di Albert Einstein : “quando avete un problema e contate sulla classe politica per risolverlo, voi avete due problemi. Perché non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato”.

Francesco Pira
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