Il 29 settembre si è tenuto presso il Teatro Spazio Sfera di Bussero (MI) un evento innovativo dal titolo accogliente, accurato e sensibile, il Festival delle Relazioni Umane, nato da un’idea di Francesco Muscò, personalità eclettica ed esperto nella gestione dei progetti e di project management, CEO e Founder di Flexx Group.
Da sempre attento alle connessioni umane e culturali, Muscò ha sentito il bisogno di comunicare il significato e il valore della relazione con l’altro:
“Una relazione umana si basa sulla fiducia, il rispetto e l’empatia. Quest’ultima è il pilastro fondante dell’interazione con le persone e deve basarsi su qualcosa di reale, concreto, tangibile. Bisogna, infatti, mettersi nei panni dell’altro, ma anche dimostrargli come ci mettiamo nei suoi panni, con un’azione ben precisa. Questa è la vera empatia!”.
Le idee e i progetti maturati in questo ambito da Francesco Muscò sono stati accolti da Barbara Reverberi, Mentore gentile e formatrice IED, fondatrice di Freelance Network Italia nel 2017, esperta di comunicazione per Flexx Group, docente presso la Società Umanitaria.
Pertanto, il Festival è il risultato dell’incontro, della sinergia, della condivisione di valori e senso di identità, e della collaborazione tra i due professionisti, che a seguito della nascita di Flexx Club, network di specialisti e impresa, si sono resi conto dell’urgenza di parlare di questi temi.
“Volevamo dare un segnale forte!”, afferma la giornalista.
Grazie ad un lavoro di squadra e di comunicazione durato alcuni mesi tra gli organizzatori, le realtà e le aziende del territorio in partnership con Flexx Club, è stato possibile realizzare questo evento-simbolo di un processo innovativo in termini di Professionalità e Umanità. L’evento ha visto numerosi professionisti provenienti dalle principali città e regioni italiane.

Relazione: incontro con l’altro
La relazione con sé stessi e con l’altro è stata al centro del Festival, perché l’incontro tra esperti ha rappresentato anche un’interazione autentica tra le persone.
Come si favorisce e si migliora una relazione?
“Per migliorarla servono tre elementi che io chiamo le tre “C” : Comunicazione, Confronto e Condivisione. Comunicazione significa che noi dobbiamo comunicare con gli altri essendo noi stessi, perché siamo persone prima di essere professionisti; il confronto è la capacità di accogliere un’idea diversa dalla nostra, accettarla, rispettarla, e a partire da prospettive diverse, trovare dei punti in comune; condivisione è dividere con gli altri lo spazio e il tempo.
Non può esistere una relazione professionale e personale se non condividiamo questi due aspetti, anche solo in modo virtuale. A ciò va aggiunto il ruolo delle emozioni, motore delle relazioni. Dobbiamo essere capaci di gestire le emozioni, perché esse guidano le nostre azioni. Questo si fa con la formazione e il coaching”, sostiene Francesco Muscò.
“Le relazioni sono l’humus della vita e del lavoro e per mantenerle servono fiducia, sospensione del giudizio nell’interazione con l’altro e responsabilità. Ognuno di noi è responsabile del contenuto di una relazione, io sono responsabile della mia parte e devo far risuonare le mie scelte al mio cuore e alle mie emozioni. In tutto questo è importante prestare attenzione anche all’uso delle parole.
Da sempre ho una comunicazione costruttiva perché l’ho fatta diventare uno stile di vita. La gentilezza è per me uno stile di vita, è una scelta che ho allenato nel tempo e credo che questo sia uno strumento costruttivo che tutti possono utilizzare, anche negli ambienti professionali.
E poi, è fondamentale allenare l’ascolto attivo perché se impariamo ad ascoltare l’altro, questi si sente parte di quella relazione e del rapporto umano e professionale. Nella mia visione del lavoro e del mondo, mi affido ad uno dei quattro accordi di Don Miguel Ruiz: fare del nostro meglio usando gli strumenti che abbiamo in questo momento.
Fare ciò che è in mio potere, senza giudizio, il quale è solo frutto dell’ego. Dobbiamo eliminare la polarità, la dualità, sciogliere l’Io per diventare un Noi. Non c’è un migliore e un peggiore”, afferma Barbara Reverberi, professionista delle good vibes.

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Formazione e arte
L’impianto del Festival è stato pensato e poi realizzato in maniera innovativa, in modo dare la possibilità concreta di creare relazione tra professionisti e aziende, promuovendone la diffusione delle idee e dei valori.
In una sola giornata, il Festival ha unito workshop, speech e creatività.
“Per raggiungere pienamente questo obiettivo, sono stati organizzati dei reali spazi e tempi di interazione con l’altro: passeggiata nel verde, momento di conoscenza e di dialogo, sviluppo di workshop volti a rafforzare una serie di abilità quali il pensiero tridimensionale, l’autenticità, l’empowerment, la relazione senza parole, momento di grande profondità, il business design per la formazione di team aziendali.
Queste tappe sono state corredate dall’aperinetwork, momento di grande condivisione ed energia. Tutto è stato pensato per far accadere cose tra le persone, per lasciare andare e lasciarsi andare, in modo da vivere e godere pienamente dell’esperienza del Festival.
Si è potuta creare la relazione perché le persone hanno abbassato le difese, e naturalmente, l’ascolto è diventato più attivo”, dice Reverberi. “Abbiamo inserito i workshop perché era importante che i partecipanti si mettessero in gioco nelle tre “C”, dichiara Muscò.

Teatro e spazio Green
Mettersi in gioco, esprimereil proprio sé, la propria essenza. Ecco uno dei princìpi del Festival che ha curato ogni aspetto dell’essere persone, non solo il tempo ma anche lo spazio.
Non è stata scelta, infatti, un’area qualunque, ma un ambiente antico, storico, artistico-letterario, che profuma del tempo passato: il teatro.
Fra le tante esperienze, corsi di formazione e culturali, Muscò ha avuto modo di presenziare a progetti con finalità culturali e sociali. Frequentatore di teatro e amante dell’arte, ha fatto in modo di portare anche questi aspetti di sé e del proprio bagaglio culturale all’evento.
“Il teatro è stato scelto sia per una questione artistica-imprenditoriale, in modo da unire la creatività a ciò che volevamo realizzare, sia per una scelta di cuore, dal momento che vado al teatro e ho lavorato con produzioni teatrali. Il nostro scopo era quello di muovere non solo la mente, ma anche l’aspetto emotivo. Inoltre, è proprio al teatro che ci si può mettere più a nudo”.
L’esperienza al teatro ha avuto inizio con uno dei valori più grandi, che abbraccia l’uomo nella sua essenza e spiritualità: la gratitudine.
Barbara Reverberi ha scelto la nostra direttrice Assunta Corbo per aprire il Festival con una meditazione su questo tema:
“Per imparare ad essere grati di ciò che abbiamo e per essere lì in quel momento”, spiega la Mentore gentile.

Ma non solo il teatro e la creatività, gli organizzatori dell’evento hanno dimostrato sensibilità e attenzione nei confronti dello spazio anche dal punto di vista ambientale. Il teatro Spazio Sfera, raggiungibile con ogni mezzo, è caratterizzato da un anello sportivo, simbolo del movimento, ed è circondato da molto verde.
Questo ha permesso ai partecipanti di fare passeggiate, di immergersi nella natura e di respirare aria pulita. Dunque, la scelta dello spazio esteriore è stata compiuta sempre in linea con i valori del Festival: dare importanza all’interiorità umana.
Non è semplice trovare nella società odierna il desiderio, l’impegno e la fiducia di portare avanti questi valori e di comunicarli. Il Festival delle relazioni umane ha dato un messaggio forte e chiaro: continuare a lavorare in questa direzione sia nel presente che nel futuro, per portare nella vita, nel lavoro e nel mondo il senso della Bellezza, della Fiducia e dell’Umanità.
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