Il fenomeno della Great Resignation si è diffuso ampliamente dopo il covid-19 e non tende a diminuire. Identifica la volontà dei lavoratori di dimettersi, alla ricerca di un cambiamento nella propria vita professionale.
Secondo l’indagine 2022 realizzata dall‘Osservatorio Benessere e Felicità: il 38,5% dei lavoratori dipendenti italiani ha intenzione di cambiare lavoro nei prossimi 12 mesi mentre il 28% sono già liberi professionisti.
Questo osservatorio si pone l’obiettivo di misurare il livello di benessere e felicità dei lavoratori italiani, per consegnare una fotografia del contesto annuale.
La Felicità è un fattore determinante per aumentare il benessere nell’ambiente di lavoro, la sua assenza aumenta la possibilità di great resignation.
Alcuni dei fattori determinanti infatti, per cui un lavoratore decide di lanciarsi verso il cambiamento, secondo il sondaggio effettuato dall’Osservatorio sono: la mancanza di uno sviluppo personale e professionale, l’assenza di percorsi di carriera, la mancanza di riconoscimento e la paura del burnout, quest’ultima causa è presente nel 43% di manager e Imprenditori facenti parte del campione che ha partecipato alla survey.
L’Osservatorio Benessere e Felicità nasce grazie all’Associazione “Ricerca Felicità” costituita nel 2021 dalla Presidentessa Elisabetta Dallavalle, dalla co-founder Elga Corricelli e dal professore Sandro Formica, Vice Presidente e Direttore scientifico dell’Associazione e titolare della cattedra di “Scienza della Felicità”, “Potere Personale” e “Gestisci Te Stesso” presso la Florida International University.
Abbiamo chiesto alla Presidentessa Elisabetta Dallavallecome nasce l’esigenza di creare un’associazione e un osservatorio che aiuti a monitorare e ricercare il Livello di Felicità e Benessere nel nostro territorio:
«Personalmente sentivo forte l’esigenza di restituzione e di azione per il bene comune grazie anche a quanto acquisito nella mia progressione all’interno di un contesto lavorativo multinazionale dove sono cresciuta, per oltre 20 anni, ed ho potuto mettere a frutto una strategia integrata di Benessere organizzativo, ancora in tempi non sospetti. Da qui l’idea di avere sempre, a sostegno, fatti e dati.»
Dopo il covid-19 l’esigenza di avere un corretto bilancio lavoro e vita familiare è diventato un elemento fondamentale nella vita dei lavoratori dipendenti e/o liberi professionisti.
Misurare la felicità che determina il proprio lavoro riesce a dare una visione più chiara del benessere e quindi della fidelizzazione dei lavoratori nelle aziende. Continua Dellavalle: «La letteratura internazionale è ricca di riflessioni e ricerche sul tema della felicità ma sentivamo la necessità di dotarci di uno strumento puntuale, in grado di offrire numeri per comprendere lo stato attuale della felicità e del benessere dei lavoratori italiani. Abbiamo perciò deciso di creare un osservatorio con l’obiettivo di misurare periodicamente, lo stato di salute di felicità e benessere senza avere la pretesa di avere le risposte, ma per farci le domande giuste e aiutare il mondo delle istituzioni, organizzazioni profit, non profit, scuole ed enti educativi e media a studiare un orientamento culturale all’interno del movimento Wellbeing & Happiness, in continua crescita ed evoluzione in Italia e nel mondo». L’intento quindi è chiaro spiega la Presidentessa «Mettere in condivisione, in rete e connessione questo sapere e poter collaborare, appunto con istituzioni, organizzazioni profit no profit, scuole enti educativi e studiare insieme gli strumenti migliori per far evolvere il benessere e la felicità nella nostra società, per il bene comune del nostro sistema paese».
I dati della ricerca
Gli obiettivi che sono analizzati nell’indagine sono :
Felicità in generale/Significato di felicità, benessere e soddisfazione/ felicità al lavoro/senso di appartenenza/ riconoscimento e discriminazione/elementi per la scelta e desiderio di abbandonare l’attuale lavoro e suo significato.
Campione osservato:
Totale del campione osservato 1.079 lavoratori di cui :
67,7% sono dipendenti, il 13,1% sono liberi professionisti, il 12% sono imprenditori, il 7,2% sono manager
Genere:
Donne il 42% e uomini 57,9% (dati in media ponderata).
Generazioni:
Sono state selezionate 4 generazioni in rappresentanza della popolazione italiana attiva nel mondo del lavoro: Baby Boomers, Generazione X, Millennials, Generazione Z
Territorio:
Nord ovest, Nord est, Centro e Sud
La sintesi della ricerca della survey 2022 indica una leggera crescita del livello di soddisfazione generale alla domanda “quanto sei soddisfatta/o del tuo lavoro?” il campione osservato ha risposto positivamente al 37,5% rispetto al 28,7% a cui è stata posta la stessa domanda nel 2021.
Il 49% dei Millennials si mostra possibilista nel cambiare lavoro con più facilità, rispetto ai Baby Boomers per cui solo il 18% farebbe questo passo.
Le motivazioni che spingerebbero i lavoratori a cambiare luogo di lavoro evidenziate dalla survey, si basano sui seguenti fattori: 47,3% per ricevere condizioni economiche migliori, il 33% per ridurre lo stress da lavoro correlato, il 19,7% vorrebbe maggiori opportunità di crescita, il 19,4% una maggiore flessibilità oraria, il 14% vorrebbe lo smart working (dati sintesi survey,Prof Formica).
Le azioni messe in atto a seguito di queste evidenze
La presidentessa Dallavalle ci elenca quali sono gli elementi più importanti emersi dall’indagine e come si è agito per apportare dei miglioramenti:
«Le mie personali esperienze di agire e che ho toccato con mano nelle organizzazioni e dunque anche come Osservatorio, vanno nella direzione del valore generato da progetti che rispondano alle reali esigenze delle persone e che con loro vengano co-costruiti.
Le persone stesse sono i primi agenti e ambasciatori del reale cambiamento e del miglioramento continuo culturale e sociale, della reputazione aziendale, se lo vivono concretamente e ne sono parte attiva ne sono i principali testimoni e lo condividono dentro e fuori l’azienda nei diversi sistemi che vivono, non solo quello lavorativo ma anche quello familiare, amicale e sociale».
Parlando di soluzioni proviamo a valutare con la Dott.ssa Dellavalle quali sono le azioni a valore che si possono apportare all’interno del contesto sociale o lavorativo per sviluppare la felicità e il benessere psico-fisico dei propri collaboratori o cittadini:
«È certamente un cammino che va promosso e accolto quotidianamente, un sentiero che vede le persone davvero centrali e generative ma, curando ogni giorno il proprio benessere individuale e sociale, le persone aumentano il loro livello di responsabilità e il loro spirito imprenditoriale. Per questo riteniamo importante aprire una “finestra” culturale sull’agire la felicità e il benessere delle persone, sia perché allenare la felicità è possibile, sia perché può migliorare la qualità della vita e accrescere il bene comune, riflettendosi, poi, sull’economia.
La felicità è possibile in ogni dimensione, anche al lavoro ed è una tecnologia sociale capace di far fiorire il potenziale di ogni persona e le aziende, che, ogni giorno, hanno bisogno di innovazione e creatività. Anche durante il recente World Happiness Summit di Miami, tutti questi concetti sono emersi fortissimi.
L’ Associazione in primis farà dei prossimi passi per aiutare e sostenere imprese, imprenditori, cittadini nella ricerca del benessere e della felicità, il loro intento, come Osservatorio è quello di continuare ad alleare più organizzazioni che possano implementare queste strategie a nutrimento di un bene comune diffuso, del nostro sistema paese». Secondo la presidentessa Dellavalle co-costruzione, co-progettazione ed ascolto attivo rappresentano le direttive fondamentali per porre le basi ad una strategia di Benessere, mettendo bisogni e valori personali del collaboratore sempre al centro, fino ad integrarli con il purpose aziendale.
Quali i limiti riscontrati?
Il Limite, che non aiuta lo sviluppo di questo percorso, secondo la presidentessa Dellavalle è nella cultura aziendale italiana « Il cambio di mindset, di leadership partecipata, coinvolgente, generativa e sostenuta dal basso è davvero efficace, anche in questo caso parlo per fatti e dati provati e supportata anche da tante voci e mentori sul tema, ancora una volta cito le parole che mi sono state più volte ribadite dal Prof. Zamagni con il quale in più occasioni ho avuto modo di dialogare che riguardano” l’asfissia” dei sistemi organizzativi se la persona non ha modo di esprimersi e non è sostenuta nella propria autodeterminazione nella propria consapevolezza, e da ultimo, non perché meno importante, riporto quanto affermato dal Prof. Martin Seligman – papà della psicologia positiva – che ho avuto l’onore di incontrare ed ascoltare in un suo recente intervento tenuto al Summit Mondiale cui ho partecipato negli Stati Uniti, nel marzo scorso, il World Happiness Summit che si tiene ogni anno in occasione della giornata internazionale della felicità voluta dall’ONU, anche il Prof. Seligman, appunto ci ha più e più volte sollecitati, ha stimolato tutta la platea rispetto alla garanzia delle relazioni quali ruolo fondamentale di un cambio culturale e di una azione verso il benessere dei sistemi.
Questo Osservatorio aiuta quindi ad avere la consapevolezza del contesto italiano per poter agire ed essere quindi parte attiva del miglioramento del benessere nel nostro paese, la Dott.ssa Dellavalle aggiunge:
«La felicità, come afferma il Prof. Seligman, è la causa di: Migliore salute e longevità, migliori relazioni sociali, migliore produttività nel lavoro (o studio), comportamento virtuoso, creatività e innovazione e resilienza. La felicità tradotta in ottimismo è molto più rilevante nei momenti difficili e negli eventi avversi, perché è uno stato cognitivo che dà la certezza che tutto andrà bene in futuro».

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