È raro che il direttore di un quotidiano a diffusione provinciale scelga di osservare scrupolosamente le norme deontologiche e decida di non pubblicare una notizia, o meglio di non “urlarla” accodandosi a quanto invece hanno fatto altre prestigiose testate a diffusione nazionale.
È altrettanto raro che – al di là dell’amicizia e della stima che ci legano – un direttore ti chiami al telefono per esporti le sue perplessità su dare o non dare una notizia e si rivolga a te in quanto sa che sei tra i componenti del Consiglio di Disciplina Territoriale dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia.
E invece è proprio quanto accaduto qualche giorno fa.
Dalla piacevole – e costruttiva – chiacchierata al telefono con Marco Bencivenga, direttore del quotidiano La Provincia di Cremona, è nato l’editoriale che il direttore ha firmato in prima pagina sabato scorso.

Con grande coraggio il collega titola il suo articolo di fondo “Le notizie e le regole” e spiega : “Oggi sul nostro giornale non troverete una notizia molto «sugosa» che molte testate hanno dato. Noi ne conosciamo ogni dettaglio, ma ve la risparmiamo perché riguarda un minore, e i minori vanno tutelati, come detta il codice etico dell’Ordine dei giornalisti che noi non solo rispettiamo, ma condividiamo”.
Al centro della vicenda la storia del ragazzo che fu tra i piccoli “eroi” che nel 2019 contribuirono a salvare i compagni di scuola sequestrati a bordo del bus partito da Crema dall’autista Ousseynou Sy che poi diede fuoco al mezzo.
Per lui, oggi, ci sono guai giudiziari a cui danno risalto autorevoli testate nazionali ma per il direttore della Provincia di Cremona la priorità non è accodarsi al mainstream ed evitare il “buco” in pagina quanto rispettare le regole deontologiche e quanto contenuto nel Testo Unico dei doveri del giornalista che ho contribuito a redigere quando facevo parte del Gruppo Deontologia dell’Ordine nazionale dei giornalisti.
Un grande sforzo condiviso con altri colleghi che è valsa la pena di compiere se i risultati sono quelli resi concreti da un direttore illuminato come Marco Bencivenga.
Scrive: “La mission di un giornale? Dare notizie. Su questo non esistono dubbi. Eppure, a volte un giornale decide di non pubblicare una notizia. O di pubblicarla in maniera particolare: solo nei suoi contorni generali. Come se, anziché mostrare il quadro, ne svelasse solo la cornice. Perché farlo? Per tutelare qualche mammasantissima o chissà quale «potere forte»? No. Esattamente per il motivo opposto: per tutelare chi è meno forte e, di conseguenza, più esposto”.
Ecco, bastano queste parole per indicarlo come un esempio da seguire, un collega che conosce il perimetro in cui ci si può muovere nel dare una notizia, come darla, se darla e, nel caso in cui si decida di non scriverla, motivare questa scelta controcorrente ai suoi lettori.
Il giornalismo costruttivo si nutre di articoli come quello che trovate a questo link
E Bencivenga chiude così:
“L’abbiamo, quella notizia, conosciamo ogni particolare, ma ve la risparmiamo. Perché riguarda un minore. E i minori vanno rispettati. Sempre e comunque. Ancor di più, se sono fragili e problematici. In questo, cari lettori, siamo sicuri di trovarvi d’accordo con noi. A costo di leggere una notizia in meno”.
Grazie, Marco.
- Deontologia in prima pagina - Ottobre 25, 2022