La cultura digitale ricopre ormai da tempo un ruolo cruciale nella formazione e nell’educazione dei giovani italiani. Un cospicuo contributo all’evoluzione di questo processo è derivato dalla recente pandemia di Covid-19, che ha accelerato la tendenza a ricorrere agli strumenti digitali, sia per diletto che per scopi formativi, da parte dei cittadini più giovani.
Per buona parte di questi ultimi, mai vissuti nel mondo analogico, avere un’identità digitale e formarsi sotto l’influsso di quella che viene definita cultura digitale rappresenta la normalità, l’unico stile di vita possibile.
A differenza di chi ha dovuto adeguarsi e “sopravvivere” al passaggio dall’analogico al digitale, la generazione Z ha un’innata dimestichezza nel rapportarsi con le ultime tecnologie e tecniche di comunicazione, dando una notevole spinta verso l’alfabetizzazione in ambito tecnologico e digitale di una società sempre più coinvolta in un vortice di evoluzione senza sosta.
A tal proposito, sono numerosi gli enti e le organizzazioni culturali che si sono mossi per normalizzare e incentivare il cambio di rotta verso una culturale digitale. Tra questi, il network dell’Associazione Internazionale DiCultHer, conosciuta anche con l’hashtag #DiCultHer, la quale opera, a partire dal 2017, per la promozione della cultura digitale in Italia e all’estero, mediante azioni di interscambio culturale, scientifico, tecnologico e organizzativo.
La cultura digitale: dati e tendenze
Secondo l’ultimo rapporto “Digital Economy and Society Index 2020”, su 28 Paesi facenti parte dell’Unione Europea, nel 2020 l’Italia ricopriva la venticinquesima posizione in fatto di digitalizzazione e competenze digitali, e la ventiseiesima nell’utilizzo dei servizi Internet da parte dei cittadini, molti dei quali non hanno ancora fatto proprie attività come lo shopping e la vendita online e la lettura di notizie su quotidiani e periodici non cartacei. Una tale posizione in classifica induce a ritenere opportuno e necessario un investimento nell’educazione digitale degli Italiani e nella loro cultura in quest’ambito.
La cultura digitale comprende, infatti, non solo le nozioni teoriche apprese per mezzo dei materiali didattici e propedeutici online, ma anche la capacità di saper adoperare gli strumenti digitali nella pratica quotidiana, riconoscendone da una parte i vantaggi e le opportunità sociali ed economiche che offrono, dall’altra i limiti e gli svantaggi che talvolta possono porre davanti.
Una nuova forma di educazione, dunque, che vada a sanare e a colmare l’analfabetismo dei tempi correnti, quello che non coinvolge più carta e penna, ma computer e smartphone, e che insegni ad avvalersi di questi strumenti e delle tecnologie annesse con etica, consapevolezza e senso di responsabilità.
Proprio nell’ambito delle attività volte a far conoscere e a rafforzare il valore della cultura digitale, si colloca la settima edizione della Settimana delle Culture Digitali “Antonio Ruberti”, promossa da #DiCultHer insieme a Cultura Italiae, PA Social, Stati generali delle donne, INDIRE e ICCU.
Nel corso della settimana che va dal 9 al 14 maggio 2022, tali autorevoli associazioni culturali promuovono iniziative ed eventi atti a fornire una visione dettagliata e approfondita sulla progettualità giovanile e sul diritto, riservato ai cittadini di ogni fascia d’età e status sociale, di accesso all’istruzione e al sapere, tramite un utilizzo corretto e consapevole del digitale.
La giornata di apertura di quest’edizione cade, quest’anno, in concomitanza con la Festa dell’Europa, ricorrenza che ogni 9 maggio celebra e auspica l’unità e la pace in Europa, rievocando alla memoria dei suoi cittadini la dichiarazione avvenuta a Parigi nel 1950 di Robert Schuman, in quegli anni ministro degli Esteri francese, il quale avanzò la proposta di una nuova forma di cooperazione politica in Europa. Con il suo discorso, Schuman introdusse per la prima volta il concetto di Unione Europea così come la conosciamo oggi.
Nella giornata di lunedì 9 maggio, la Festa dell’Europa e la Settimana delle Culture Digitali si è fusa nell’iniziativa intitolata “L’occasione digitale per la cultura e l’Europa”, in sede della quale verrà ribadita la necessità di garantire il diritto dei cittadini a ricevere una conoscenza approfondita sull’utilizzo etico e coscienzioso del digitale (definizione che comprende non solo gli strumenti in sé, ma anche le attuali tecnologie e tecniche di comunicazione), per la piena titolarità del patrimonio culturale.
Gli eventi in programma per i giorni a seguire riguarderanno da vicino temi affini alle attività di #DiCultHer e dei suoi partner. Tra i molteplici obiettivi della settima edizione della Settimana, riportati per intero su Diculther.it:
“Affrontare, mediante l’uso consapevole del digitale e con approcci innovativi, la conoscenza, la salvaguardia, e la valorizzazione dei luoghi della cultura, con particolare riferimento al proprio territorio analizzato e rappresentato nel contesto europeo. Incrementare la consapevolezza dell’esistenza e del valore delle culture digitali come risorsa e bene comune, da conservare quale memoria del processo creativo nello spazio e nel tempo. Aiutare i giovani a orientarsi durante la navigazione nell’oceano di opportunità offerte dalle nuove culture digitali”.
Una buona formazione permetterà di poter essere maggiormente consapevoli della portata dei benefici che la cultura digitale può aggiungere alle vite di ognuno, e di avere il controllo sugli strumenti digitali, limitandone i rischi e gli svantaggi.
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