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Craco Vecchia:  da paese fantasma a borgo senza più confini

Mag 15, 2023
Craco Vecchia

Tutti lo conoscono come “il paese fantasma” della Basilicata perché girando tra le sue stradine ci si imbatte solo in case diroccate. È Craco, in provincia di Matera, un paese deserto, evacuato nel 1963 a seguito di una frana. All’epoca i suoi abitanti furono trasferiti a valle, in località “Craco Peschiera”, tutt’ora cittadina di circa 600 abitanti, che a Craco Vecchia (come viene comunemente chiamato oggi il borgo), rimasero un pezzo del loro cuore.

Guardando i ruderi arroccati sulla collinetta tufacea, dove rimane ben visibile l’antica torre e le case senza porte né finestre che ne raccontano la sua triste storia, pare ancora di sentirne i battiti.  Passeggiando tra le strade polverose, le case conservano ancora pezzi di una quotidianità passata. Un mobile, una sedia, una porta, segni di un passato triste che regala, però al tempo stesso, un alone di magia di un tempo sospeso e surreale.

Qualcosa di strano da spiegare con le parole ma sta di fatto che le macerie trasmettono ancora oggi un particolare fascino tanto da ispirare  negli anni molti registi famosi che le hanno utilizzate come set per i loro film. Dal capolavoro di Francesco Rosi del Cristo si è fermato ad Eboli, ai fratelli Taviani con Il sole anche di notte, passando per La Lupa di Lattuada e alcune scene di The Passion di Mel Gibson (solo per citarne alcuni), i ruderi non sono mai stati “solo ruderi” perché il paese evacuato, in realtà è come se non fosse mai stato abbandonato.

Sarà che, come spesso si usa dire, nessuno “muore” definitivamente fin quando qualcuno ne custodisce il suo ricordo. E Craco ne è un esempio. I suoi resti non solo evocano i ricordi della gente che l’hanno abitato ma, negli ultimi anni, grazie ad un progetto di fruizione è diventato un Parco Museale Scenografico grazie al quale sta vivendo una parabola incredibile: ad una iniziale fase difficile, fatta di vandalismi e saccheggi che sembravano aver ridotto quel luogo antico all’oblio della propria storia e della propria identità, è seguita una “storia nuova”, che ha riacceso i riflettori sulla unicità di questo luogo, avvolto da un silenzio surreale che si riverbera nella suggestione degli assolati calanchi, frutto dell’erosione provocata dall’acqua piovana che si infiltra e “spacca” il terreno, creando geometrie a “lama di coltello”, con guglie aguzze.

Il Parco Museale Scenografico: un nuovo progetto

Purtroppo la pandemia, come nel resto del mondo, ha bloccato per due anni tutte le iniziative ma lo scorso 1 Marzo, il sindaco di Craco, Vincenzo Lacopeta, ha ufficialmente consegnato le “chiavi” del Parco Museale Scenografico di Craco nelle mani della cooperativa Oltre l’Arte, che ha partecipato ad un bando pubblico per l’affidamento del prezioso patrimonio storico e naturale. Una cooperativa di giovani che ha una consolidata esperienza nella gestione del patrimonio turistico del circuito Chiese Rupestri dei Sassi di Matera e che, allo stesso tempo, coltiva una reale attenzione verso i temi della “inclusione” nel mondo del lavoro.

Occorre studiare strategie per raccordare questi meravigliosi attrattori di interesse, dando sostanza ai “valori immateriali” che accompagnano e completano la ricchezza storica ed artistica del territorio – dice Rosangela Maino, presidente della Cooperativa Oltre l’Arte – Qui a Craco c’è da “ascoltare il silenzio”, oltre che osservare l’antico borgo, perché questo silenzio parla e si diffonde in questo panorama mozzafiato. Tutto questo ha per i turisti un valore straordinario, molto più di quello che noi stessi possiamo immaginare. Vorremmo che la meraviglia che scorgiamo nei volti di chi osserva per la prima volta i Sassi di Matera possa amplificarsi nel respirare questo silenzio di Craco”.

Oggi “Craco Vecchia” si offre come un “paese sospeso nel tempo”, dove l’orologio della storia racconta con immutato fascino il racconto di una comunità che, nei secoli, ha vissuto un ruolo prezioso nelle dinamiche sociali ed economiche della Basilicata del passato.

Così come nel mito dell’Araba felice rinata dalle sue stesse ceneri, Craco con capacità, forza e resilienza ha capovolto il suo paradigma da “paese fantasma” a “paese riemerso” da visitare in totale sicurezza. Il tour non inizia, infatti, se non vengono prima indossati i dispositivi di sicurezza e cioè un caschetto protettivo, fornito da Oltre l’Arte, unitamente alla raccomandazione di dotarsi di scarpe antiscivolo.

Ed è così che, un passo dietro l’altro Craco Vecchia torna a vivere e si rigenera ogni giorno nella sua struggente storia facendo battere nuovi cuori e innamorare moderni occhi di sempre più curiosi “abitanti temporanei” di un paese senza più confini.

Anna Giammetta
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