La nuova società digitalizzata ci mostra quanto l’emotività sia diventata centrale nella vita dei preadolescenti e degli adolescenti. Vogliono comunicare attraverso i loro profili social e, alcune volte, per ottenere gradimento sono disposti a tutto.
Il professor di sociologia dell’Università di Urbino, Giovanni Boccia Artieri, saggista italiano, sostiene che: “Ci troviamo di fronte a un ecosistema di mezzi e reti interrelate più o meno tra loro, che portano con sé nuove possibilità e nuovi rischi tanto per i ragazzi più giovani quanto per gli adulti. Il nostro sguardo oggi non è più, e non può essere, lo sguardo di ieri in cui visioni tecnopositiviste e tecnopessimiste si scontravano su un terreno quasi del tutto nuovo e in fase di definizione”.
La nascita delle nuove dinamiche social apre un nuovo scenario di costruzione identitaria, dove gli individui cercano di dare la migliore rappresentazione di sé stessi. Purtroppo, le devianze della rete continuano ad essere tantissime e ogni giorno scopriamo nuovi fenomeni preoccupanti.
I social hanno innescato un meccanismo perverso che è quello delle challenge (sfide pericolose e assurde) che sono diventate una vera propria arma di fidelizzazione e potenzialmente manipolazione, che può sfociare in fenomeni di cyberbullismo, violenza, induzione al suicidio, pedopornografia.
Le challenge degli ultimi anni
Durante questi ultimi anni sono riuscito ad analizzarne diverse come ad esempio la Blackout challenge – “gioco dello svenimento”, choking game, black hole, flatline game, gasp game – che consiste nel provocarsi uno svenimento privandosi dell’ossigeno per qualche minuto con le braccia, o con corde e sciarpe, da soli o attraverso l’aiuto di qualcuno. Poi l’esperienza verrebbe registrata, o fotografata, e condivisa online.
La Bird Box challenge che prende il nome dall’omonimo film, targato Netflix. In migliaia hanno postato video girati in casa come in strada in cui compiono qualsiasi tipo di azione, normalissima, ma con gli occhi bendati. Un fenomeno che ha provocato gesti spesso gravissimi al punto che è intervenuta la stessa Netflix su Twitter per fermarlo.
La Planking challenge. Il termine “planking” significa innanzitutto fare panca, un nome composto da “plank” e il suffisso ing. In passato, a quanto pare, è stato considerato un gioco nel quale bisognava farsi fotografare o fotografarsi a pancia in giù, con le braccia lungo i fianchi, distesi o sdraiati su un appoggio, meglio se strano e particolare, e nel postare sui social la propria immagine.
Nel 2021 questa sfida ha assunto contorni assolutamente diversi. Giovanissimi e giovani rincorrono le auto in corsa per tentare di sedersi sul cofano. Altri si distendono sull’asfalto e provano ad evitare le macchine in arrivo, specialmente sulle strade a scorrimento veloce. I compagni filmano la scena e postano tutto sui social.
Ora è il tempo della Bus Surfing challenge
Notizia recentissima riguarda la Bus Surfing challenge e sono diversi i portali di informazione che se ne stanno occupando. La sfida prevede che il ragazzo riesca a saltare sugli autobus in movimento, aggrappandosi con difficoltà.
Sky tg24 ha raccontato che il primo episodio è avvenuto il 20 gennaio a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi) e l’autore del gesto ha dichiarato che si è trattato di un atto estremo per riuscire ad arrivare a destinazione. Non aveva il biglietto e i controllori lo avevano fatto scendere a metà strada. Questo episodio non è l’unico, poiché anche a Milano alcuni autobus sono stati assaltati da adolescenti, cosi come i camion dell’AMSA. Storie come questa si sono susseguite anche questa settimana nel lodigiano. Un ragazzo nascosto tra i cespugli si è avvicinato al pullman, che in quel momento era ancora fermo, e si è aggrappato al mezzo, utilizzando il paraurti come supporto per i suoi piedi. È rimasto in quella pericolosissima posizione anche quando l’autobus è partito. L’ultimo caso è stato constatato a Sesto San Giovanni.
Gli autisti hanno iniziato la loro protesta e un guidatore ha dichiarato al Corriere della Sera: “Da tempo continuiamo a evidenziare episodi del genere. Ma nessuno ha mai fatto nulla. Servono controlli e sanzioni per disincentivare un fenomeno così stupido e pericoloso”.
I video finiti in rete diventano virali e vengono condivisi da tantissimi utenti. Il rischio è che altri ragazzi possano emulare questo comportamento incosciente, pur di ottenere like e commenti.
Un’emergenza gravissima che ci dimostra come tanti adolescenti non abbiano nessun senso del pericolo e poi si evidenzia la crescita esponenziale di atti aggressivi.
Una violenza incredibile che ha visto protagonisti altri adolescenti alla stazione ferroviaria di Seregno, dove un 15enne è stato spinto sotto il treno da due coetanei. Una vera e propria spedizione punitiva per aver inviato un messaggio ad una ragazza.
Cosa possiamo fare nel nostro ruolo di adulti
Le nuove generazioni sembrano sempre più confuse e combattono con la continua esibizione di sé stessi e non pensano minimamente a cosa vanno incontro.
È necessario che gli adulti si documentino sulle nuove tecnologie e spieghino ai giovani come muoversi all’interno dell’universo virtuale. Non possiamo contare il numero dei morti e chiudere gli occhi davanti ad una triste realtà. I giovani, come ha detto Papa Francesco, devono avere sete di orizzonte e devono guardare sempre oltre. Non devono costruire un muro davanti alla loro vita. I muri chiudono e l’orizzonte fa crescere e progredire. Non devono cercare la morte, ma devono riscoprire la gioia di vivere. Cosa stiamo facendo per loro? Riflettiamo e cerchiamo delle soluzioni concrete.
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