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Bullismo e cyberbullismo: puntiamo al cambiamento

Nov 3, 2022
bullismo e cyberbullismo

Queste ultime settimane si sono distinte per diversi fatti di cronaca preoccupanti. Uno dei più gravi è avvenuto a Carlentini, città in provincia di Siracusa.

Una ragazza è stata picchiata e minacciata da una bulla sotto lo sguardo complice delle coetanee e forse amiche che hanno ripreso l’aggressione con lo smartphone. Un episodio di bullismo e cyberbullismo  ai danni di una ragazzina. La diffusione del video, circolato soprattutto nelle chat di WhatsApp, della brutale aggressione alla minorenne, malmenata da una coetanea che le rivolge frasi minacciose preoccupa adesso tutta la comunità.

Ormai da anni mi batto per informare i docenti e le famiglie sui problemi legati alla formazione educativa delle nuove generazioni. Una crisi valoriale molto forte che ha messo in crisi anche la famiglia tradizionale. I rapporti tra genitori e figli sono completamente cambiati e i risultati sono palesi.

Il sistema relazionale sembra caratterizzarsi sempre di più per un’estrema fragilità. Questo ha un forte impatto sulle nuove generazioni a cui mancano gli strumenti per comprendere le implicazioni del proprio agire social e attuare un percorso che li porti ad acquisire una piena autonomia individuale. E tutto ciò accade in un momento storico nel quale, la solitudine, che ha così brillantemente fotografato Bauman, esplode in tutta la sua criticità con un impatto profondo proprio sulle nuove generazioni che saranno espressione della nuova cittadinanza digitale.

Adolescenza: una fase delicata

L’adolescenza rappresenta la fase più delicata dello sviluppo individuale è quella che li traghetterà nel mondo degli adulti, sperimentano e nello stesso tempo seguono modelli a cui ispirarsi per costruire un io accattivante, e sempre più spesso i modelli non sono persone del proprio ambiente sociale: i genitori, gli insegnati o persone di successo del mondo delle professioni; sono personaggi celebri del mondo della musica, dei reality e in misura minore dello sport (in particolare del calcio che per livello di popolarità, ricchezza esibita si avvicina moltissimo all’universo mediatico dello star system).

I giovani trascorrono la loro vita online e gli ultimi report dimostrano come violenza e cyberbullismo non siano più marginali, ma prassi comportamentale. I dati pubblicati da Terre des Hommes e Scuolazoo nel 2021 ci mostrano che il 61% dei giovani afferma di essere vittima di bullismo o cyberbullimo e il 68% dichiara di non sentirsi sicuro online. I comportamenti sbagliati e timori sono legati anche ad altro. Un adolescente su tre, nel 2020, affermava di aver visto circolare sul web foto intime proprie o di amici sui Social. Il sexting risulta molto diffuso cosi come il reveng porn.

Il cyberbullismo si sviluppa attraverso i mezzi di comunicazione (social network, email, messaggeria istantanea, chat, siti web e piattaforme anche in cui i ragazzi si incontrano per giocare). Viene classificato come un insieme di gesti e azioni intenzionali compiuti grazie agli strumenti informatici

Ci sono diverse forme di cyberbullismo come il cyberstalking  che avviene attraverso una serie di comportamenti lesivi e insistenti con cui si cerca di spaventare e terrorizzare la vittima.

Denigration: nasce con lo scopo di rovinare la reputazione della vittima. Exclusion: prevede l’esclusione di un utente da un gruppo online. Flaming: consiste nell’invio di messaggi violenti e volgari all’interno di un forum o su un social con l’intento di determinare discussioni tra gli utenti. Happy slapping: è la registrazione di un video, all’insaputa della vittima, in cui questa è costretta a subire violenze fisiche o verbali per poi essere caricato in rete. Harassment: l’invio di messaggi molesti tramite computer o smartphone o addirittura telefonate spiacevoli. La vittima non riesce a difendersi e molto spesso non riesce a denunciare. Impersonation: il cyberbullo o la cyberbulla assumono l’identità virtuale di un’altra persona, creando anche profili falsi sui social network. Questo modo di agire consente di disturbare continuamente la vittima e di assicurarsi informazioni dai suoi amici. In alcune circostanze i cyberbulli si spacciano per la vittima e tentano di rovinarla.

Una risposta dalla Sicilia

In Sicilia è stato approvato un importante disegno di legge dall’ARS, Assemblea Regionale Siciliana che dal 1947 è l’organo legislativo della Regione siciliana, per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.

Gli interventi di questo disegno di legge prevedono: iniziative di carattere culturale e ricreativo, programmi e progetti per la diffusione della cultura, della legalità, della dignità personale, della tutela psicofisica dei minori.

Penso che leggi  sono utili quando noi accompagniamo queste leggi a tutta una serie di attività di prevenzione. È importante mettere insieme in questa alleanza educativa istituzioni, mondo della scuola, le famiglie e le associazioni. Tutti dobbiamo collaborare per far rispettare le norme.

Io sono stato tra le persone esperte del fenomeno che è stato convocato dalla V Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana. Purtroppo, come è accaduto per tante altre leggi regionali, le risorse sono sempre poche e i risultati tardano ad arrivare. I report ci dicono che la legge sul cyberbullismo non sta risolvendo il problema del cyberbullismo. Oggi le nuove tecnologie consentono ai bulli di contattare le vittime, di presentarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video lesivi della propria dignità, inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca si è impegnato nell’attuazione di un Piano Nazionale di Formazione di docenti referenti per il contrasto del fenomeno. Grazie alla collaborazione con l’Università di Firenze è stata lanciata la piattaforma Elisa (e-learning degli insegnanti sulle Strategie Anti Bullismo) per fare in modo che ogni scuola abbia i mezzi per intervenire in modo diretto e concreto sui casi che si presentano. Significativa la nascita del team Antibullismo costituito dal Dirigente Scolastico, dai referenti per il bullismo/cyberbullismo, dall’animatore digitale e da altre figure presenti a scuole come ad esempio lo psicologo. Quindi, è stato iniziato un percorso ed è necessario continuare a perseverare. Mai abbassare la guardia.

Il lavoro che noi possiamo fare è quello di vigilare e controllare i nostri figli e lasciare i panni dei genitori “adultescenti”.

Quello che io propongo, anche nel mio libro “Figli delle App”, è un impegno costante nelle scuole per l’educazione alle emozioni e per l’educazione ad un uso consapevole delle nuove tecnologie.

Abbiamo bisogno di un’alleanza educativa tra scuola, famiglia, servizi e territorio. Dobbiamo muoverci e non aspettare nuovi casi di cronaca. Allora cosa possiamo fare? Cerchiamo metodi didattici efficaci e cerchiamo di parlare con i preadolescenti e adolescenti, ascoltiamoli e non giriamoci dall’altra parte. Ha ragione Papa Francesco quando dice che: “I giovani hanno il fiuto della realtà e della verità”. Mancano i punti di riferimento, il loro tempo sembra un puzzle da comporre e sta a noi essere adulti credibili e seri per donargli il futuro che meritano.

Francesco Pira
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